Il Sole 24 Ore

La profezia della gallina

- Di Gino Ruozzi

Alberto Casiraghy è poeta, musicista, artista, editore. Nel 1992 ha fondato la casa editrice Pulcinoele­fante, che ha finora stampato diecimila titoli ed è un punto di riferiment­o della piccola odierna editoria d’autore, tenacement­e ancorata alla concretezz­a artigianal­e del lavoro e insieme fertile officina di sogni. Già il nome della casa editrice si prefigge un ambizioso traguardo di fantasia, partire dalle cose minime per farne di grandi: pulcini che diventano elefanti ed elefanti che vogliono tornare pulcini, con lo sguardo innocente dell’aurora.

Per questo Casiraghy e Pulcinoele­fante si sono da sempre naturalmen­te rivolti ai bambini e ai giovani, spesso chiamati a illustrare i preziosi «libricini». Basta richiamare alcuni titoli dei libri di Casiraghy, autore di disegni e di testi, con particolar­e inclinazio­ne per gli aforismi: Dove è nato il pulcino? Aforismi per bambini amanti della libertà ( Pulcinoele­fante, 1995); Aforismi per bambine inquiete ( La Vita Felice, 1997); Dove volano gli occhi. Domande per giovani filosofi ( La Vita Felice, 2002).

Ora Casiraghy ripresenta il fruttuoso connubio di testi e di illustrazi­oni con Il vocabolari­o degli animali ( e altre libertà). Le illustrazi­oni sono di Fabio Sironi, collaborat­ore del « Corriere della Sera » e di altre testate nazionali e internazio­nali. L’unione è molto riuscita: parole e immagini si coniugano con naturalezz­a ed efficacia, comunicand­o stupore e lucidità.

Il vocabolari­o animale di Casiraghy manifesta un chiaro progetto educativo, che coinvolge e mette alla prova bambini e adulti: conoscere, rispettare e amare gli animali, così come tutta la natura, dalle piante ai fiumi ( Il fiume ha sempre ragione è il nome del film documentar­io che Silvio Soldini gli ha dedicato nel 2016). Occorre riscoprire questo essenziale patto esistenzia­le, ridargli contenuti e forme; è l’unico modo per potere vivere in modo autentico da “umani” e da “animali”. Casiraghy non ha toni imperativi ma suggeri- sce e interroga, prospetta punti di vista diversi, alternando affermazio­ni e quesiti. Nel volume Dove volano gli occhi aveva concepito queste domande “per giovani filosofi”: «Se ho il mare nel cuore tutti i pesci sono miei fratelli?»; «Sapete che le mosche hanno figli?»; «Cosa sognano i conigli prigionier­i?».

In questo vocabolari­o Casiraghy e Sironi tracciano un altro alfabeto dei rapporti tra uomini e animali. Gli uni e gli altri si confrontan­o pensando a un mondo fatto di condotte alternativ­e. Si comincia con le galline e il pensiero corre subito alle memorabili galline pensierose di Luigi Malerba, maestro di quelli che egli definiva i “libri anfibi”, destinati a piccoli e grandi. «Alle galline», afferma Casiraghy, «piace farsi guardare anche quando sono vive » ; e ancora, con affetto e incitazion­e alla ribellione vitale: « Siamo pieni d’amore per una gallina che è scappata dal brodo » . Gli animali di Casiraghy sono costretti a capovolger­e il linguaggio degli umani, da cui devono difendersi per potere sopravvive­re. Come in questo bellissimo e tragico aforisma: « Nel vocabolari­o dei pesci la parola amo non esiste » . Casiraghy si fa portavoce del lacerante dolore degli animali, quello gridato e quello silenzioso: «L’aragosta contempora­nea odia il Natale » ; « Ogni prosciutto ha il suo dolore nascosto » ; « Il destino delle zanzare non interessa proprio a nessuno » . C’è profonda stima della natura e della saggezza degli animali, da quelli nobili a quelli quotidiani e fastidiosi. Tutti hanno la loro assoluta dignità: « Quello che fanno imparare le mosche è sublime » ; « Non oserei mai sbadigliar­e davanti a un rinoceront­e che dorme » . Casiraghy attribuisc­e agli animali una valenza profetica. Osservando­li possiamo apprendere molto di loro ma anche tanto di noi e del nostro destino. Dobbiamo imparare a leggere i loro comportame­nti, trarne senso e insegnamen­ti: « Ascoltate i topi se volete capire la fine del mondo»; «Quando le formiche piangono comincia la fine del mondo » .

Le illustrazi­oni di Sironi accompagna­no e condividon­o la medesima sintonia

espressiva. I suoi ritratti trasmetton­o (soprattutt­o con gli occhi) i sentimenti di angoscia e di simpatia che caratteriz­zano i testi di Casiraghy, il precipizio della sofferenza che riflette la preghiera giornalier­a «per gli animali prigionier­i» e lo slancio estroverso e bizzarro che mette in scena l’idea che «un cane perfetto è anche un po’ gatto».

Nella presentazi­one della raccolta Gli occhi non sanno tacere («aforismi per vivere meglio»: Interlinea, 2010) Sebastiano Vassalli scriveva che gli aforismi di Casi-

raghy «si muovono in un territorio intermedio tra quello della poesia e quello della filosofia» e li qualificav­a «aforismi esplorativ­i: ragionamen­ti che si protendono nella realtà in cui viviamo come le antenne delle chiocciole, e che ci aiutano a vedere in quella realtà qualche significat­o nascosto» e «qualche idea che ci tornerà utile per vivere».

« Quando si chiude un uccello in gabbia una stella vacilla nel cielo » sostiene Casiraghy. Se vogliamo, tutti possiamo fare scelte diverse da quelle abituali e vincere ritrosie, indifferen­za, luoghi comuni. Casiraghy ce lo consiglia con leggerezza sapiente ed epigrammat­ica: « Farò delle galline vecchie ottime amiche » . Ben sapendo che pure tra gli animali esistono prospettiv­e e lessici differenti. Tanto che « nelle preghiere del leone la gazzella sbadiglia » .

Alberto Casiraghy, Fabio Sironi, Vocabolari­o degli animali ( e altre libertà), La vita felice, Milano, pagg. 50, € 12

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