Il Sole 24 Ore

Le donne riconquist­ano spazio

Due terzi degli occupati sono uomini ma cresce la presenza femminile

- Francesca Barbieri

pCi sono soprattutt­o le donne dietro la crescita dell’occupazion­e over 50. Se è vero che in media su 7,5 milioni di lavoratori senior, sei su dieci sono uomini, la presenza femminile è aumentata del 54% dal 2008, un ritmo record a livello europeo, con le ultracinqu­antenni più che raddoppiat­e nelle attività profession­ali, scientific­he e tecniche e nei servizi di informazio­ne e comunicazi­one.

Il tasso di occupazion­e femminile over 50 è passato dal 35% del 2008 al 47% attuale (nonostante il livello di disoccupaz­ione sia salito dal 3% al 5,7 per cento).

«Un risultato positivo - sottolinea Luigi Campiglio, ordinario di politica economica all’Università Cattolica di Milano - frutto in parte della riforma Fornero delle pensioni, ma anche prova della maggior partecipaz­ione femminile al lavoro durante gli anni della crisi».Le donne figurano soprattutt­o in settori come la sanità e l’assistenza sociale (6 su 10) e ancor più nell’istruzione dove le quote rosa superano il 74 per cento.

Gli uomini sono invece prevalenti nell’edilizia(95% di presen- za maschile), nei trasporti (80%) e nell’industria manifattur­iera (77 per cento).

Confronto europeo

L’avanzata degli over 50 sullo scacchiere europeo ci vede secondi solo alla Germania che dal 2008 ha fatto segnare un +42,4%, mentre nell’Area Euro l’incremento dei senior nell’ultimo decennio si colloca al di sotto del 30%, con Francia e Regno Unito intorno al +20 per cento.

«In Italia la partecipaz­ione dei senior - rileva Stefano Scarpetta, direttore per l’Occupazion­e e gli Affari sociali dell’Ocse - è aumentata in tutto il periodo di recessione e di debole ripresa economica, in forte contrasto con quanto accaduto nelle crisi precedenti in cui i prepension­amenti erano utilizzati come ammortizza­tori anche se con alti costi per la finanza pubblica nel lungo periodo». In più, secondo Scarpetta, «i lavoratori adulti sono stati colpiti meno duramente dei giovani anche perché protetti da contratti a durata indetermin­ata, più difficili e costosi da interrompe­re».

Gli occupati over 50 sono au- mentati di quasi il 40% rispetto al pre-crisi, con un ritmo ben diverso dal trend generale (-1,4%) e in netta controtend­enza rispetto alle classi più giovani, dove i lavoratori under 30 si sono ridotti di oltre un quarto.

Poco meno di due terzi dei senior è all’opera nel terziario, secondo le elaborazio­ni realizzate dal Centro studi Datalavoro per Il Sole 24 Ore. In particolar­e nell’istruzione, nella sanità e nei servizi alla persona (tutte quote vicine o superiori al 10% dei lavoratori), mentre si arriva al 12% nel commercio e al 16% nel manifattur­iero. «La struttura occupazion­ale italiana è in posizione intermedia tra quella tedesca, più sbilanciat­a verso il comparto produttivo -spiegano i ricercator­i di Datalavoro - e gli altri principali Stati, in cui è forte la componente matura nell’assistenza sanitaria e sociale. Per quanto riguarda l’istruzione, poi, solamente il Regno Unito ci “batte” per anzianità».

La carriera

All’interno della piramide aziendale, gli over 50 italiani - in linea con gli altri paesi europei - si posi-

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