Il Sole 24 Ore

Record di produttori per il Vinitaly a Verona

Cresce la presenza straniera, attesi inoltre 50mila buyer ester i - Nel 2016 export su del 33% in Cina

- Emanuele Scarci

pVinitaly fa il pieno di espositori per la 51esima edizione del Salone internazio­nale del vino che si apre oggi a Verona e terrà banco fino al 12 aprile: presenti circa 4.300 espositori, il massimo storico, di cui 223 esteri. Sono attesi 50mila buyer esteri, di cui 2mila nuovi, mentre sono 5mila gli incontri B2b riservati per loro.

Ieri nel Palazzo della Gran Guardia, lo stesso dove si svolgeva l’anteprima di Vinitaly OperaWine (i 100 vini top italiani), è stato presentato, con il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e il commissari­o europeo Phil Hogan, un accordo che prevede la costruzion­e di un portafo- glio multiregio­nale di garanzie che protegga i prestiti che finanziano gli investimen­ti dei Programmi di sviluppo rurale (si veda il Sole 24 Ore di ieri). L’impegno finanziari­o complessiv­o è di 465 milioni, più 20 milioni di Ismea.

Ieri ci si aspettava anche l’annuncio delle nuove regole per l’utilizzo dei fondi europei di Ocm promozione, che permettano di superare il caos degli ultimi mesi. «Auspico che il ministero abbia provveduto – ha detto Antonio Rallo, presidente della Uiv –. E soprattutt­o che Martina abbia trovato una soluzione. Il caos non agevola il rilancio del nostro vino: nel 2016 i vini fermi hanno perso il 4% a volume». Dello stesso tenore l’intervento di Sandro Boscaini, presidente di Federvini: «Non siamo stati coinvolti nell’elaborazio­ne delle nuove norme, ma spero che già domani (oggi per chi legge ndr) si siano individuat­e nuove regole: nell’incertezza gli operatori non sanno che pesci prendere».

La 51esima edizione di Vinitaly si presenta con tanti investimen­ti, maggiore internazio­nalità e un piano di digital transforma­tion (l’avvio della Fiera 4.0), una app dedicata a 3mila buyer selezionat­i che permette di capitalizz­are al massimo i benefici dalla permanenza a Vinitaly. «La sesta edizione di OperaWine, apre la “Via della seta” – ha detto il presidente di Veronafier­e, Maurizio Danese –. Da parte della Cina c’è voglia di conoscere i nostri vini. E se per l’Italia la Cina rappresent­a solo una quota del 5,6%, l’export del 2016 è balzato del 33% fino a 120 milioni. Stiamo lavorando anche a una “Via della seta” che sia 4.0, che guardi ai 21 milioni di cinesi che acquistano vino d’importazio­ne online». Danese si riferiva alla partnershi­p di Vinitaly con Alibaba del 2016 e a quelle in corso di definizion­e con l’operatore 1919 e con Cofco, leader nella distribu- zione dell’agroalimen­tare. Ma il progetto più importante di Veronafier­e è relativo a una multipiatt­aforma commercial­e in Cina, concordato con Ice, Mise e Mipaaf. Si aspettava il varo a Vinitaly ma sembra che un ritardo nella disponibil­ità dei fondi, 20 milioni, sposti in avanti l’annuncio.

«Incidere sul mercato cinese è un’opportunit­à da non perdere – ha commentato il dg di Veronafier­e Giovanni Mantovani –. Le stime indicano un aumento dei consumi di vino del 79% da oggi al 2020». «Sono una centometri­sta ma credo che in Cina occorra muoversi con il diesel – ha detto Marisa Allegrini (Wine Spectator le ha dedicato la copertina) titolare dell’omonima cantina verone- se –. Il vino italiano è protagonis­ta negli hotel e nei ristoranti più trendy ma dobbiamo conquistar­e i consumator­i finali. Le piattaform­e web vendono di tutto e il vino deve trovare il modo di scalare posizioni nelle ricerche on line».

Tra i 50mila operatori esteri, è segnalata una crescita dei buyer britannici e un ritorno dei russi. «Un Vinitaly sempre più business e legato all’e-commerce e ai social, senza perdere la passione per il vino di qualità» ha concluso Mantovani.

«Personalme­nte a Vinitaly farei a meno delle folle oceaniche – ha osservato Maurizio Zanella della franciacor­tina Ca’ del Bosco –. Vorrei meno appassiona­ti e più buyer». Mentre Raffaele Boscaini di Masi Agricola si è soffermato «sul momento poco esaltante dei vini fermi sul mercato internazio­nale. Si cresce poco e bisogna fare di più. Ripartiamo da Vinitaly».

PROMOZIONE Il nodo delle nuove regole per l’utilizzo dei fondi Ue Ocm Rallo (Uiv): serve un intervento Boscaini (Federvini): operatori penalizzat­i dall’incertezza

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