Il Sole 24 Ore

La porta «reale» made in Cantù

- Gi.M.

pCi sono porte e porte. Quelle progettate, realizzate e montate dalla Arnaboldi Interiors per il principe di Abu Dhabi hanno richiesto alla piccola azienda di Cantù due anni di lavoro, dalla progettazi­one al montaggio, il coinvolgim­ento di altre quattro aziende locali per la realizzazi­one, l’invio di una squadra di esperti per il montaggio e quattro navicontai­ner per il trasporto, di cui «uno ha viaggiato aperto, tanto era grande il suo contenuto», come ricorda divertito il presidente dell’azienda, Angelo Arnaboldi. «Occasioni così capitano una volta nella vita», racconta. O forse due. Ma andiamo con ordine.

Tutto ha inizio al Salone del Mobile di Milano, tre anni fa, quando la società incaricata dalla famiglia reale degli Emirati Arabi Uniti per la gestione del Palazzo presidenzi­ale visita lo stand degli Arnaboldi e decide di affidare loro la realizzazi­one di alcuni portoni del complesso. Tre molto grandi, ma uno di dimensioni tali da far apparire chiunque un lillipuzia­no: alto 11,5 metri e pesante 17mila chili. Realizzato in acciaio e bronzo, con cristalli decorati, ha due maniglioni in ottone con finiture d’oro del peso di 450 chili ciascuno.

La piccola azienda (15 dipendenti e un fatturato di 3,5 milioni) è specializz­ata in realizzazi­oni di arredament­o e finiture «custom made», ma questa è stata davvero un’esperienza eccezional­e, spiega Angelo, anche per il suo valore (2 milioni di euro). Il risultato sembra però essere stato apprezzato e le trattative per una seconda, analoga commessa, sono in corso.

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Imponente. Il portone di Arniboldi

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