Tesori del re di Spagna
Giovedì prossimo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella taglierà il nastro inaugurale della mostra Da Caravaggio a Bernini. Capolavori del Seicento italiano nelle Collezioni Reali di Spagna (Roma, Scuderie del Quirinale, dal 14 aprile al 30 luglio), curata da Gonzalo Redín Michaus. La mostra proviene dalla trionfale edizione che ha avuto luogo a Madrid, nel Palazzo Reale, e che si è conclusa il 16 ottobre 2016. Su queste pagine la rassegna madrilena è stata recensita da Alvar González-Palacios la domenica 2 ottobre 2016.
Il trasferimento a Roma della spettacolare esposizione - che vedendo presenti opere di maestri italiani e spagnoli sottoliena gli stretti legami politici e culturali che legarono i due Paesi nel Seicento - rappresenta un’occasione preziosa per ammirare notevoli capolavori appartenuti ai re di Spagna, sui quali spiccano, ad esempio, la Salomè con la testa del Battista di Caravaggio conservata nel Palazzo Reale di Madrid (e che grazie al recente restauro ha rivelato un’eccezionale qualità pittorica) e La tunica di Giuseppe di Diego Velázquez, proveniente dal Monastero Reale dell’Escorial. Quest’ultima tela - di grandi dimensioni - venne realizzata dall’artista subito dopo il primo viaggio in Italia tra il 1629 e il 1630, e manifesta i segni dell’incontro con l’arte romana antica e la pittura italiana moderna.
Controllando il Viceregno di Napoli e lo Stato di Milano, la Spagna aveva nel Seicento un peso notevole nello scacchiere politico della Penisola. Da questo legame deriva il ricco collezionismo di opere d’arte italiane perseguito dai sovrani di Spagna e anche dai loro governatori e vicerè che spesso omaggiavano la Casa d’Asburgo con ricchi donativi artistici acquisiti in Italia. È questo il caso di due tra i più spettacolari dipinti presenti in mostra, Lot e le figlie di Guercino e La conversione di Saulo di Guido Reni, donati a Filippo IV dal principe Ludovisi per garantire la protezione spagnola sul minuscolo Stato di Piombino.
Molti altri capolavori, come il Crocifisso di Bernini proveniente dall’Escorial (e raramente accessibile al pubblico), furono commissionati o acquistati direttamente da agenti dei re, mentre altre opere passarono nelle collezioni reali in forma d’eredità, come nel caso della Salomè di Caravaggio. Nel 1819 il re Ferdinando VII aveva istituito il Museo Reale di Madrid (poi denominato Museo del Prado) dove vennero raccolte le opere provenienti dalle collezioni reali. I pezzi che non furono trasferiti nel museo rimasero nelle residenze reali, a disposizione dei monarchi. Nel 1865 la regina Isabella II rinunciò alla proprietà personale dei beni ereditati dagli antenati e ne cedette la ge- stione allo Stato, ponendo le basi di quello che oggi è il Patrimonio Nacional. Nell’estate del 2016 - per volere della Presidenza della Repubblica Italiana - le Scuderie del Quirinale sono state affidate al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, e quindi ad Ales, una società dello stesso Ministero presieduta da Mario De Simoni. Mario De Simoni è stato nominato Presidente e Amministratore Delegato, e in questa nuova veste, prosegue il lavoro iniziato nel 2003 all’interno di Scuderie del Quirinale, dove ha ricoperto diversi ruoli di programmazione, promozione e valorizzazione. Dal 2008, in qualità di Direttore Generale, De Simoni ha gestito la progettazione e l’organizzazione di oltre 4mila eventi nelle quattro strutture gestite: Scuderie del Quirinale, Palazzo delle Esposizioni, Casa del Cinema e Casa del Jazz.