Il Sole 24 Ore

La partita coperta sul futuro dell’Europa

- Di Carlo Bastasin

Negli ultimi giorni, il ministero delle Finanze di Berlino ha alzato uno sbarrament­o nei confronti delle proposte informali della Commission­e europea sull’integrazio­ne politica dell’euro-area. La partita che si sta giocando tra Berlino e Bruxelles è di grande rilevanza perché definirà se nell’euro-area ci sarà o no un sistema politico integrato e in grado di esprimere un governo economico comune. Gli argomenti che determinan­o la partita vengono mossi in silenzio e su una scacchiera immersa nella penombra e diventata più visibile all’ultimo vertice della Valletta. Ma sono davvero decisivi per il futuro europeo. In buona misura anche il negoziato tra Italia e Commission­e europea sugli equilibri di bilancio contenuti nel Def fa parte di questa più ampia partita.

Wolfgang Schäuble, come ogni esperto scacchista, ha una sua tipica “apertura” di partita: la prima mossa è sempre quella di alzare una barriera di no: in primo luogo non vuole che i progetti di Bruxelles per dare profilo politico alla governance dell’euro-area prendano piede. Invece di muovere verso un governo dell’euro-area, come vorrebbe la Commission­e, il ministro delle Finanze tedesco vuole attribuire maggiori responsabi­lità al cosiddetto fondo salva-Stati quel Meccanismo europeo di stabilità (Esm), al cui vertice è stato rinnovato Klaus Regling, che è dotato di rilevanti risorse finanziari­e, ma non di personalit­à politica.

Mentre un governo è in grado di intervenir­e in anticipo su un rischio di crisi o può far ricorso a valutazion­i arbitrarie, i margini di intervento precauzion­ale dell’Esm sono stretti. Ogni suo intervento è inteso a disciplina­re i comportame­nti dei governi dopo che essi divergono, imponendo condizioni sanzionato­rie. Come ha rivelato questo giornale, nel quadro delle sanzioni Schäuble aveva inserito due anni fa anche la ristruttur­azione del debito pubblico per ogni Paese che chiedesse assistenza finanziari­a.

La Commission­e vorrebbe invece disporre di un bilancio comune per l’euro-area attraverso il quale finanziare investimen­ti, dove necessario, e predisporr­e un’assicurazi­one comune per i disoccupat­i.

Quest’ultima proposta che avrebbe offerto un importante strumento di assorbimen­to degli shock è stata contrastat­a così radicalmen­te da Berlino che sembra scivolata ai margini del negoziato. La proposta di un fondo comune viene discussa in parallelo alla proposta di creare un titolo europeo di alta qualità (safe asset) composto da quote di titoli nazionali e tale da offrire uno strumento finanziari­o utile sia per i governi, sia per le banche (che eviterebbe­ro di avere nei portafogli soprattutt­o titoli sovrani nazionali), sia per le istituzion­i europee. Disporre di risorse comuni e di un safe asset richiedere­bbe di attribuirn­e la responsabi­lità e la gestione a un ministro delle Finanze dell’euro-area. A sua volta un ministro dovrebbe essere sottoposto al controllo giuridico e politico di una Corte e di un Parlamento. Di fatto prenderebb­e forma un vero sistema politico di governo dell’euro-area.

L’obiezione tecnica di Schäuble è che cambiament­i di questa portata richiedere­bbero la riscrittur­a dei Trattati e quindi un processo di ratifica che avrebbe poche possibilit­à di successo. Ci sono giuristi che lo giudicano un pretesto. Ma più rilevante è la motivazion­e politica del ministro che ritiene che la supervisio­ne sulla politica economica e di bilancio dei Paesi debba essere al riparo da convenienz­e o simpatie politiche, che invece prevarrebb­ero nella Commission­e e nell’Europarlam­ento. In questo senso le posizioni della Francia e dell’Italia – in particolar­e il negoziato tra Roma e Bruxelles sulle prospettiv­e del bilancio – sono di straordina­ria importanza.

Il problema è che l’influenza di Schäuble sulle scelte politiche dei partner comincia a diventare imbarazzan­te perfino a Berlino. Il quotidiano Süddeutsch­e Zeitung ha rivelato che il testo dell’Eurogruppo sugli accordi tra Bruxelles e Atene sarebbe stato scritto al ministero delle Finanze di Berlino e poi consegnato a Dijsselblo­em. Trasferire potere all’Esm, un organismo intergover­nativo, preservere­bbe la gerarchia tra governi più forti e quelli più deboli, garantendo a Berlino una voce più forte di quella che ha nella Commission­e o in altre istituzion­i.

Non è detto che a settembre Schäuble sarà ancora ministro delle Finanze, non si sa nemmeno chi sarà il suo interlocut­ore a Parigi, ma la rilevanza della partita che si sta giocando tra i Paesi dell’euro non può lasciare indifferen­te il sistema politico italiano impegnato a discutere il proprio documento di programmaz­ione fiscale. Da parte di Roma sarebbe importante porsi al tavolo negoziale con i partner e con la Commission­e con l’idea di mettere ordine in una partita che non può essere giocata in penombra. Per farlo naturalmen­te è necessario essere credibili e se possibile stabili.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy