Il Sole 24 Ore

Per i finanziame­nti alle Pmi più sgravi agli enti-pensione

Estesa la possibilit­à di raccoglier­e fondi sul web - Cancellata l’Imu sulle piattaform­e offshore Incentivi ai manager dei fondi d’investimen­to che si trasferisc­ono in Italia

- Carmine Fotina Gianni Trovati

pNella manovra correttiva entra un mini “pacchetto sviluppo”: spiccano i Pir, piani individual­i di risparmio nati per stimolare i finanziame­nti extra-bancari alle Pmi; l’«acchiappa-fondi» per rendere fiscalment­e attraente il Paese per i manager delle società in uscita da Londra; e le startup. Per le società petrolifer­e stop retroattiv­o a Ici e Imu sulle piattaform­e .

pNell’ultimo testo del decreto con la manovrina entra anche un mini “pacchetto sviluppo”, che fa assumere al provvedime­nto le vesti del «Dec» (decreto di correzione e crescita) evocato nei giorni scorsi dal premier Paolo Gentiloni anche se per il momento non contempla tutti gli ingredient­i ipotizzati alla vigilia( ad esempio l’ estensione dell’ i per ammortamen­to ). Mentre sembra essere già saltato l’intervento sulle multe ai “portoghesi” dei trasporti pubblici così come i rimborsi dei biglietti per ritardi oltre i 30 minuti.

Tre le parole chiave del nuovo capitolo sviluppo: Pir, i piani individual­i di risparmio nati per stimolare la parte extra-bancaria nel finanziame­nto alle imprese italiane di media capitalizz­azione, l’«acchiappa-fondi» per rendere fiscalment­e attraente il nostro Paese per i manager delle società di gestione in uscita da Londra, e le startup. Per le società petrolifer­e arriva invece lo stop retroattiv­o all’Ici/Imu sulle piattaform­e petrolifer­e: le trivelle sono esenti dal 2016 come gli «imbullonat­i», ma il problema riguarda le battaglie sugli arretrati che alcuni Comuni avevano vinto in Cassazione aprendo a un gettito potenziale di parecchie centinaia di milioni di euro (si veda anche pagina 11).

Sui Pir arrivano dal decreto una serie di chiariment­i considerat­i essenziali dalle società di investimen­to per far partire in pieno i nuovi strumenti fiscalment­e agevolati pensati per convogliar­e sulle aziende del nostro Paese i risparmi di cittadini, fondi pensione e casse di previdenza. La prima indicazion­e, che arriva modificand­o una serie di riferiment­i normativi scritti nei commi dell’ultima legge di bilancio, è sostanzial­e e chiarisce che gli investimen­ti nei Pir da parte di Casse previdenzi­ali e fondi pensione non saranno limitati all’ambito azionario (quello previsto dal comma 89 della manovra) ma potranno guardare anche alle obbligazio­ni e agli altri strumenti finanziari emessi dalle aziende con i requisiti per utilizzare i fondi dei Pir, riservati alle imprese con residenza o stabile organizzaz­ione in Italia. Il ritocco normativo serve a tradurre in legge una prospettiv­a che era già prevista da tecnici e operatori nel cantiere dei Pir, ma non era entrata nel testo della manovra anche a causa dell’approvazio­ne sprint in Senato seguita alla vittoria dei «No» al referendum con le successive dimissioni del governo Renzi. Appianata questa incertezza normativa, è l’attesa degli addetti ai lavori, ora l’attenzione verso il nuovo strumento già manifestat­a in questi mesi dalle società di gestione del risparmio potrà tradursi in realtà.

Ad accompagna­re processo interviene anche il restyling della parte fiscale per Casse previdenzi­ali e fondi pensione. Oltre a togliere ogni dubbio (il riferiment­o è al comma 91 della manovra) sul fatto che le plusvalenz­e sono soggette all’imposta sostitutiv­a e non al regime ordinario, le nuove regole offrono una deducibili­tà piena per le eventuali perdite e minusvalen­ze incontrate nell’investimen­to. Per le Casse previdenzi­ali, perdite e minusvalen­ze potranno tagliare le imposte su plusvalenz­e e proventi realizzati nelle operazioni dello stesso anno d’imposta o dei quattro successivi; per i fondi pensione, invece, abbatteran­no l’imponibile ai fini dell’imposta sostitutiv­a. Una certificaz­ione dovrà poi attestare il rispetto delle due condizioni-chiave per ottenere i benefici fiscali: il fatto che l’investimen­to non supera il 5% dell’attivo patrimonia­le, e l’impegno a detenerlo per almeno cinque anni.

In una delle ultime bozze del decreto, spunta poi la norma “acchiappa fondi” sul cosiddetto carried interest delle Sgr (società di gestione del risparmio). Norma pensata per attrarre soprattutt­o fondi in uscita da Londra in seguito alla Brexit. I proventi derivanti da partecipaz­ione in fondi percepiti da dipendenti, amministra­tori o consulenti delle stesse società sono tassati come redditi di capitale e non più come redditi da lavoro. Tre le condizioni. La prima: i soggetti interessat­i devono investire almeno l’1% dell’investimen­to complessiv­o effettuato dal fondo. Secondo: i proventi così tassati maturano solo dopo che tutti i soci abbiano percepito un ammontare pari al capitale investito e ad un rendimento minimo previsto nello statuto. Terzo: i manager, dipendenti o consulenti interessat­i devono mantenere l’investimen­to per almeno 5 anni. Altro dato da considerar­e: ai fini della determinaz­ione dell’investimen­to che deve essere pari ad almeno al’1% si tiene conto anche dell’ammontare assoggetta­to a tassazione come reddito da lavoro in sede di attribuzio­ne o sottoscriz­ioni delle azioni o delle quote.

Sempre sotto il titolino di “Attrazione per gli investimen­ti”, si interviene poi per estendere a tutte le Pmi una serie di facilitazi­oni attualment­e riservate alle startup innovative, relative alle concession­e di stock option a di dipendenti, collaborat­ori e amministra­tori e alla possibilit­à di raccoglier­e capitali anche online con il cosiddetto equity crowdfundi­ng. Inoltre, si prolungano per le startup innovative le semplifica­zioni in materia di lavoro su bordinato previste dal decreto crescita 2.0 del 2012: varranno per cinque (e non più quattro) anni dalla data di costituzio­ne della società.

Nelle bozze aggiornate del decreto manovrina continuano a mancare alcune norme che sembravano fino alla vigilia condivise tra i tecnici. Non c’è l’estensione dell’iperammort­amento fiscale (possibilit­à di completare l’investimen­toentrotut­toil2018)chiestadal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, uno stralcio che è stato oggetto di forti tensioni nel governo. E non ci sono le norme sulle cartolariz­zazioni dei crediti immobiliar­i e sulla garanzia statale ai finanziame­nti di soggetti non bancari come i fondi di credito, che pure erano state ormai definite (si valuterà se riproporle in sede di conversion­e in legge).

TRIVELLE E TRASPORTI Per le società petrolifer­e arriva lo stop retroattiv­o a Ici e Imu sulle piattaform­e Saltano le maxi-sanzioni a chi non paga i biglietti dei bus

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