Fca: alleanze solo se conviene Entro l’anno intesa tecnologica
Elkann: no big deal di per sé ma assicurare la prosper ità dell’azienda
pNon è vero che Fca punta a una fusione perché è in difficoltà: «A me non interessa un big deal di per sé, ma assicurare la prosperità dell’azienda». Lo ha detto il presidente di Fca Elkann. L’ad Marchionne: «Entro l’anno dovremmo annunciare un accordo importante nelle nuove tecnologie».
Fiat Chrysler lascia in secondo piano la ricerca di una maxifusione e punta ad accordi tecnologici per contenere gli investimenti. «Entro l'anno dovremmo annunciare un accordo importante nelle nuove tecnologie; attualmente è il mio obiettivo principale» ha detto l'amministratore delegato Sergio Marchionne parlando all’assemblea dei soci ad Amsterdam. Il presidente John Elkann ha dettato la linea sul tema della ricerca di un partner, con un obiettivo preciso: smontare l’opinione «che hanno in molti» che Fca punti a una fusione perché è in difficoltà. «È vero che le grandi intese di solito vengono realizzate in momenti di difficoltà», ha detto («che è il momento più sbagliato per farlo» gli ha fatto eco Marchionne). Ma, ha proseguito Elkann, «concettualmente la necessità del consolidamento è valida, nessuno la mette in discussione». «A me non interessa un big deal di per sé - dice Elkann - ma assicurare la prosperità dell’azienda».
E tutti i contatti avuti nel corso del tempo? «Quello che abbiamo fatto in passato, per esempio i contatti con Opel, va visto in relazione al momento in cui è successo» dice Elkann. Per Marchionne «un ritorno a ipotesi di quel tipo ci metterebbe in una posizione peggiore di quella in cui siamo». Il motivo è il cambio di strategia attuato da Fca verso i segmenti premium a più alto valore aggiunto. Per quanto riguarda le possibili maxioperazioni con uno dei giganti del settore, Marchionne ha ribadito i suoi commenti più recenti sul fatto che «non ci sono attualmente contatti con Volkswagen» e che «la strategia migliore per noi è di concentrarci sulla realizzazione degli obiettivi del piano 2014-2018».
Quanto all’altro partner a lungo ambìto, la General Motors, Marchionne ha citato il recente tentativo di un hedge fund di ottenere un posto nel consiglio Gm e ha ricordato (non senza una punta di soddisfazione) che «la quotazione del loro titolo è praticamente tornata ai livelli del collocamento del 2010». Che ne pensate del fatto che Tesla vale quasi più di Gm? «Il mercato la vede così» risponde Elkann. Il tempo sprecato, però, a Marchionne ancora brucia: «Trovo offensivo aver perso due anni così, abbiamo buttato via 10 miliardi di possibili risparmi, sono cose ormai perse definitivamente...». Certo, il pragmatismo resta all’ordine del giorno anche qui: se Mary Barra di General Motors bussasse domani alla porta del manager, dopo averlo snobbato a lungo? «Le aprirei e le offrirei quel caffé che ormai in due anni è diventato freddo».
Negli Usa, Fca deve ora gestire anche il “problema” Trump. «Lui ha fissato un'agenda chiara, che mette gli Usa al primo posto. Dobbiamo trovare il modo di lavorarci insieme per trovare una soluzione che soddisfi le esigenze del mercato e le sue». Pensate a nuovi investimenti negli Stati Uniti? «Il nostro recente riallineamento produttivo ha lasciato uno stabilimento riutilizzabile, che è quello di Warren; dobbiamo capire qual è il discorso economico che giustifichi un riallineamento produttivo tra Messico e Usa».
L'assemblea di Fiat Chrysler si è tenuta ieri, così come quelle di Ferrari e di Cnh Industrial, in un albergo all’aeroporto di Schipol, ad Amsterdam; la lontananza dall’Italia e la giornata del Venerdì santo, festiva in Olanda, hanno contribuito a velocizzare le operazioni. Ai soci della Ferrari, azienda di cui è presidente, Marchionne ha confermato che l’aumento della produzione avverrà «gradualmente e organicamente», con un livello previsto per quest’anno di 8.400 unità. Ha ricordato che la Formula Uno è un fondamentale strumento di marketing, «per questo non possiamo sbagliare».
LA ROSSA VA Ai soci di Ferrari Marchionne ha confermato che l’aumento della produzione a 8.400 unità avverrà «gradualmente e organicamente»