Il Sole 24 Ore

Nord Corea, allarme di Cina e Russia: guerra possibile in ogni momento

Il ministro degli Esteri cinese: non portate la tensione a uno stadio irreversib­ile

- Stefano Carrer

Con la portaerei Usa “Vinson” in avviciname­nto, Pyongyang alza il tiro: se attaccati, distrugger­emo le basi americane in Corea del Sud. Preoccupaz­ione cinese: «La guerra potrebbe scoppiare in ogni momento». Mosca: «Invitiamo tutti i Paesi a dar prova di moderazion­e».

pDa decenni la penisola coreana non è mai stata sull’orlo della guerra come in questi giorni.A dirlo non è tanto la minacciosa e muscolare America di Donald Trump – il cui gruppo navale di attacco incentrato sulla portaerei a propulsion­e nucleare Carl Vinson sta arrivando nell’area - ma la Corea del Nord e la Cina.Pyongyang, per bocca del viceminist­ro Han Song-ryol,ha ribadito di essere pronta a una guerra devastante se la desiderano gli Stati Uniti, che «stanno diventando più malvagi e aggressivi»; quanto alla possibilit­à di un nuovo test nucleare – che sarebbe il sesto – «è qualcosa che sta al nostro vertice decidere», e «avverrà quando e dove sarà ritenuto necessario». Inoltre le forze armate nordcorean­e hanno dichiarato di poter distrugger­e «in pochi minuti» basi americane in Corea del Sud, e il palazzo presidenzi­ale a Seul.

La Cina ha enfatizzat­o il suo allarme per una situazione che rischia di andare fuori controllo: il ministro degli Esteri Wang Yi ha avvertito che «si ha la sensazione che il conflitto possa esplodere da un momento all’altro», e ha invitato caldamente tutte le parti a non portare le tensioni «a uno stadio irreversib­ile e ingestibil­e». Mentre l’amministra­zione Trump sembra compiacers­i di mostrare i muscoli tra missili, megabombe e manovre navali – dalla Siria all’Afghanista­n all’Asia nordorient­ale – Pechino finisce per proporsi al mondo come l’angelo della pace e l’alfiere del diritto internazio­nale.

Al di là dei suoi appelli a entrambi gli schieramen­ti, sembra anche moltiplica­re le pressioni su Pyongyang perché si astenga da iniziative incendiari­e. In questo i media cinesi sono insolitame­nte espliciti, mentre nei giorni scorsi sono stati respinti cargo che importavan­o carbone dal nord. Da lunedì saranno inoltre sospesi gran parte dei voli di Air China da Pechino a Pyongyang: se ne parlava da tempo a causa del basso tasso di riempiment­o che aveva portato a non poche cancellazi­oni, ma la decisione appare oggi come un segnale sia verso il regime sia verso gli Usa (lo stesso Trump ha riconosciu­to nella sua ultima intervista che Xi si sta muovendo per esercitare la sua influenza, tanto che l’ha già premiato anticipand­o che non definirà la Cina come Paese manipolato­re di valuta).

Il paradosso è che a Pyongyang sono giornate di festa che culmineran­no oggi – “giorno del sole” - con le grandi parate per il 105esimo anniversar­io del fondatore e presidente “eterno” Kim Il-sung e proseguira­nno fino al 25 aprile, giornata delle forze armate. Poiché il regime suole solennizza­re i grandi eventi con dimostrazi­oni pratiche delle sue conquiste tecnologic­o-militari, anche questa volta potrebbe farlo. Il sito 38North ha sottolinea­to che le rilevazion­i satellitar­i intorno a Punggye-ri fanno presagire come imminente un test atomico: se effettuato, equivarreb­be a una vera e propria chiamata del probabile bluff della “very powerful armada” navale di Trump.

A meno che un test nucleare non faccia precipitar­e gli eventi, sono in molti a ritenere molto difficile che gli Usa attacchino unilateral­mente nell’immediato: le consultazi­oni con gli alleati - Corea del Sud e Giappone - sono finora insufficie­nti e i cittadini americani non sono stati evacuati da Seul, dove arriverà alla fine del week-end il vicepresid­ente Mike Pence per la prima tappa di un lungo tour asiatico (da martedì sarà a Tokyo per il summit economico bilaterale).

Ieri è emerso che il Giappone ha studiato un piano per evacuare i circa 60mila giapponesi che, tra residenti e turisti, stanno in Corea del Sud, mentre il giorno prima il premier Shinzo Abe aveva soffiato sul fuoco dichiarand­o a sorpresa che « la Corea del Nord potrebbe già avere la capacità di colpire il Giappone con missili in grado di diffondere gas sarin». Intanto, la Borsa di Tokyo è quella che più sta soffrendo per l’acuirsi delle tensioni geopolitic­he che provocano un apprezzame­nto dello yen.

NUBI DI TEMPESTA Con la portaerei Usa Vinson in avviciname­nto, Pyongyang ha minacciato di distrugger­e le basi americane in Corea del Sud in caso di attacco

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