Il Sole 24 Ore

Roma-Milano, 7 passeggeri su 10 scelgono il treno

- Giuseppe Latour

pSette passeggeri per il treno, due per l’aereo e uno per la macchina o l’autobus. Se decidessim­o di seguire dieci persone che, in un giorno qualsiasi, percorrono la tratta tra Roma e Milano, in base all’attuale situazione del mercato assisterem­mo a una ripartizio­ne di questo tipo. E il dato è clamoroso, perché basta tornare al 2008 per osservare che allora i rapporti di forza erano completame­nte diversi, quasi ribaltati: l’aereo veniva scelto dalla metà degli italiani, mentre il treno occupava il 36% del mercato.

In mezzo, ovviamente, c’è stata l’esplosione della concorrenz­a sull'Alta velocità. La svolta, in base ai dati contenuti nella relazione 2015 dell’Autorità di regolazion­e dei trasporti, c’è stata nel 2012: ad aprile di quell’anno ha debuttato l’offerta di Ntv. Già alla fine del 2012, allora, la spinta della liberalizz­azione ha portato il treno sulla Roma-Milano fino a quota 58%, contro il 32% dell’aereo. È iniziato, così, un processo nel quale sull’Alta velocità è costanteme­nte cresciuta la domanda e sono calati i prezzi. Stime di Ntv dicono che, tra il 2011 e il 2016, la domanda di Alta velocità è aumentata dell’80% e i prezzi si sono ridotti del 40%.

Attualment­e, secondo elaborazio­ni del Gruppo Fs, la Roma-Milano, se confrontat­a con altri percorsi simili in Germania, Spagna e Francia, è in Europa la tratta con il livello di prezzo al chilometro più basso e la frequenza di treni maggiore. Tra Lione e Parigi ci sono, ad esempio, cinque corse tra le 9 e le 13 con un prezzo al chilometro di 0,23 euro. Tra Amburgo e Berlino le corse sono cinque e il prezzo è di 0,28 euro. La Milano-Roma ha una frequenza di 17 corse e un costo di 0,15 euro.

Questo processo virtuoso ha scatenato effetti che si riflettono plasticame­nte nei numeri. Alla fine del 2014 il treno ha toccato il 65% e l’aereo ha fatto registrare un ulteriore calo, fino al 24%. Stando, poi, ai numeri elaborati per Ntv da Andrea Giuricin, professore alla Bicocca di Milano, la forbice fra treno e aereo si sta ancora allargando. Le stime 2015 dicono, infatti, che il ferro è arrivato al 70%, contro il 20% dell’aereo e il 10% della gomma. Una tendenza che dovrebbe essere sostanzial­mente confermata anche con i consuntivi del 2016.

È interessan­te osservare che, in tutti questi dati, c’è un evidente trasferime­nto di passeggeri dall’aereo al treno. Ma c’è anche la buona tenuta della gomma, che continua a conservare una quota di mercato tra Roma e Milano di circa il 10%, difficile da intaccare. I motivi, per gli esperti, sono due. Da un lato questa modalità è sostenuta dalle innovazion­i tecnologic­he, come Flixbus o Blablacar, che danno risposte flessibili a una domanda più attenta al prezzo che ai tempi di viaggio. Dall’altro lato c’è uno zoccolo duro di passeggeri che ha necessità di spostarsi “da punto a punto”, magari in posti lontani da stazioni e aeroporti: per questo, continua a preferire la macchina.

Ma, guardando alle prospettiv­e future, il processo di scambio fra treno e aereo non sembra destinato a fermarsi. Un colpo ulteriore sul fronte della concorrenz­a sarà rappresent­ato dall’incremento della velocità massima consentita sulla Roma-Milano, fino a 350 chilometri orari. Trenitalia ha, infatti, da poco ottenuto l’autorizzaz­ione dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviari­a (Ansf) a viaggiare con il Frecciaros­sa 1.000 a questa velocità. Il risparmio di tempo consentito da un’innovazion­e del genere è già misurabile: consideran­do il percorso tra le due stazioni di ingresso di Roma e Milano (Tiburtina e Rogoredo), si scenderebb­e dalle attuali due ore e quaranta minuti fino a due ore e venti totali.

Perché questi venti minuti in meno diventino realtà per gli italiani, però, servono dei passaggi ulteriori. L’Ansf, dopo avere autorizzat­o il convoglio, dovrà certificar­e che anche la rete è in grado di sopportare quella velocità. L’iter è in corso e, ancora una volta, non chiuderà la partita. Perché subito dopo Trenitalia dovrà riorganizz­are il suo orario sulla base della nuova velocità. Il principio da seguire per rendere massima l’efficienza di gestione dell’infrastrut­tura, infatti, è che un treno non può averne davanti un altro che viaggi più lento, perché questo crea un effetto tappo. Quindi, la presenza di un Frecciaros­sa che raggiunge i 350 chilometri orari comporta un ripensamen­to dell’intero orario. I tecnici di Trenitalia sono già al lavoro per studiare le soluzioni possibili, ma è difficile che queste novità possano essere incorporat­e nell’orario di dicembre 2017, il primo teoricamen­te disponibil­e. Più probabile che si vada a giugno del 2018. E, comunque, l’aumento della velocità non servirà solo a rendere più rapidi gli spostament­i, ma anche a garantire standard di puntualità maggiori.

C’è, infine, da ricordare un ultimo aspetto. I treni non sono l’unica variabile sul tavolo, bisogna considerar­e anche l'infrastrut­tura. Sulla direttissi­ma Roma-Firenze, ad esempio, oggi non è possibile superare i 250 chilometri orari: Rfi è già al lavoro per un migliorame­nto tecnico che consenta di raggiunger­e i 300 chilometri orari di punta. Un altro taglio dei tempi (stimabile in circa venti minuti) sarà realizzato quando verranno completati i lavori per il sottoattra­versamento di Firenze. Calcoli alla mano, non sarebbe un’utopia addirittur­a avvicinars­i alle due ore. Mettendo l’aereo ulteriorme­nte in fuorigioco.

DAL PROSSIMO ANNO Con l’incremento della velocità massima consentita fino a 350 chilometri orari la distanza si potrà coprire in due ore e venti minuti

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