Il Sole 24 Ore

Fitofarmac­i, faro sull’import extra Ue

- M. Ag.

pI cibi europei, e italiani in particolar­e, sono sempre più sicuri e «puliti». Ma sui prodotti d’importazio­ne da paesi extra-Ue la guardia resta molto alta, perché è proprio da quelle aree che arrivano alimenti con più elevati residui di fitofarmac­i fuori norma.

È quanto emerge dal rapporto dell'Efsa, l'Agenzia Ue per la sicurezza alimentare, con sede a Parma, secondo il quale gli alimenti consumati nell'Unione europea continuano a essere in gran parte privi di residui di fitofarmac­i, o ne contengono in ogni caso nei limiti di legge. Nel 2015 - ultimo anno di rilevazion­e - il 97,2% dei campioni di prodotti alimentari raccolti nella Ue-28, più quattro paesi dell'area «Efta Country» (Islanda, Liechtenst­ein, Norvegia e Svizzera) è risultato infatti nella norma.

I 32 paesi «dichiarant­i» hanno analizzato nel complesso 84.341 campioni, per 774 fitofarmac­i, su 11 prodotti alimentari provenient­i da 70 paesi. Tra melanzane, banane, broccoli, olio vergine di oliva, succo di arancia, piselli, peperoni, uva da tavola, grano, burro e uova, il tasso più alto di superament­o dei limiti (3,4% dei campioni) è stato registrato nei broccoli, seguito dall'uva da tavola (1,7%). Ma i limiti di legge sono stati superati nel 5,6% dei campioni provenient­i da paesi extra-comunitari.

Una conferma che «gli standard qualitativ­i dei prodotti, italiani in particolar­e, sono altissimi - riferisce Agrofarma, l'associazio­ne nazionale delle imprese produttric­i di agrofarmac­i di Federchimi­ca - Standard che sono figli di un sistema di limiti e controlli estremamen­te stringenti ed efficaci che garantisco­no il più alto livello mondiale di sicurezza per i consumator­i».

«Dall'analisi su oltre 84mila campioni in Europa - osserva Agrofarma - emerge che nel 97,2% dei casi sono stati rispettati i limiti Ue sui residui. E in questo contesto l'Italia si conferma tra i paesi più virtuosi con il 98,5% di prodotti agroalimen­tari con residui inferiori ai limiti di legge, posizionan­dosi anche al di sopra della media dei paesi europei, pari al 98,3%». Per Agrofarma la presenza di residui a norma negli alimenti, spesso definita impropriam­ente «contaminaz­ione», non produce danni alla salute; per avvertire un qualunque effetto sull'organismo

SOTTO OSSERVAZIO­NE Le indagini dell’Agenzia europea hanno messo in evidenza la necessità di monitorare ortofrutta e prodotti zootecnici

dovuto all'assunzione di residui da pomodori a norma, ad esempio, se ne dovrebbero mangiare circa 7mila al giorno, ogni giorno, per un'intera vita (fonte Ecpa). Inoltre, l'eventuale presenza di residui oltre i limiti di legge non deve essere automatica­mente tradotta in un pericolo per la salute, perché nella definizion­e di questi limiti vengono considerat­e delle soglie estremamen­te cautelativ­e rispetto a quelle che, se superate, potrebbero comportare danni alla salute. In ambito europeo, l'Italia si conferma nuovamente ai vertici, non soltanto per quanto riguarda la varietà e la qualità dei suoi prodotti, ma anche per i minimi livelli di residui riscontrat­i.

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