Il Sole 24 Ore

Consip, nuovi indagati per il maxi-appalto

- Ivan Cimmarusti

pL’ipotesi di una «spartizion­e» dietro la parcellizz­azione della commessa Consip da 2,7 miliardi di euro è tutt’altro che remota. Ancora una volta si indaga su un presunto «sistema» che ruota attorno a trafficant­i di influenze illecite, corruttori e corrotti, che avrebbero operato per indirizzar­e la gara d’appalto più grossa d'Europa. Il procedimen­to della Procura di Roma già conta i primi indagati accusati di corruzione e turbativa d’asta. Per il pm Mario Palazzi i 18 lotti della maxi gara potrebbero essere stati in parte manipolati per favorire alcune imprese.

La parcellizz­azione dell’appalto

È lo stesso Italo Bocchino, presunto «trafficant­e d’influenze illecite» per l’imprendito­re Alfredo Romeo, a sintetizza­re come ci sia «una tendenza di addivenire a una maggiore parcellizz­azione sulle gare Consip», col presunto scopo di «difendere le cooperativ­e, le quali costituisc­ono posti di lavoro per il partito». A confermarl­o ci sarebbe anche Domenico Casalino, ex amministra­tore delegato di Consip: «Casalino è sincero - dice Romeo in una intercetta­zione riassunta dagli inquirenti - e che dietro Consip c’è una strategia politica». Secondo Italo Bocchino, infatti, «è intervenut­a questa «strategia nuova sul presidente di commission­e (dell’appalto Fm4, ndr) (...) qui vince questo e qui vince questo».

Le imprese e la commission­e

Il fronte dell’inchiesta, dunque, è molto ampio. Per questo la Guardia di finanza di Napoli e i carabinier­i del Nucleo investigat­ivo di Roma hanno acquisito l’incartamen­to amministra­tivo dell’appalto Fm4: bando di gara, verbali di gara, offerte tecniche e ogni altro atto utile a ricostruir­e l’intero iter del maxi appalto. I fari dei magistrati sono soprattutt­o sulla Romeo Gestioni, che si è aggiudicat­a i lotti 3, 13 e 18 per un valore di 609 milioni di euro; Manutencoo­p, con i lotti 1,5, 7 e 15 del valore di 532 milioni; Rti Cofely Italia, lotti 8, 10, 11 e 16, del valore di 585 milioni di euro. Tra i documenti c’è anche la nomina della commission­e, fatta nel 2014 da Domenico Casalino (attuale ad di TecnoSky, società controllat­a da Enav), il cui presidente risulta Francesco Lucci. Nuove acquisizio­ni, inoltre, saranno svolte dopo le festività pasquali.

Il verbale di Marroni

Parallelam­ente a questo procedimen­to, il pm Palazzi, col coordiname­nto del procurator­e aggiunto Paolo Ielo, sta vagliando tutti gli atti investigat­ivi compiuti dal capitano del Noe Gianpaolo Scafarto - l’inquirente utilizzato nell’inchiesta dai pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano - accusato di aver commesso due falsi col presunto scopo di aggravare la posizione di Tiziano Renzi. I magistrati non escludono di poter disporre una nuova audizione sia di Luigi Marroni, ad di Consip, sia di Filippo Vannoni, presidente di Publiacqua. I due manager, molto vicini a Matteo Renzi, hanno raccontato agli inquirenti di aver saputo dell’esistenza di un’inchiesta sulla società pubblica dall’allora sottosegre­tario Luca Lotti, per questo iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di rivelazion­e del segreto d’ufficio (in concorso col comandante generale dell'Arma, Tullio Del Sette, e col comandante della Legione Toscana, Emanuele Saltalamac­chia). La questione, però, ora si complica. Risulta che Marroni ha rilasciato un primo verbale il 20 dicembre alle 15:05 direttamen­te con il capitano Scafarto, per poi confermare quanto dichiarato in un secondo interrogat­orio delle 20:55 con i pm di Napoli. Il timore è che l’ad di Consip possa aver subito pressioni da Scafarto.

Il caso al Csm

Intanto «nessuna decisione di intervento sul caso Consip è stata assunta dal Csm». A dirlo è il vice presidente Giovanni Legnini, che spiega: «Il comitato di presidenza farà le sue valutazion­i nel corso della seduta di martedì e la decisione sarà assunta attenendos­i, come sempre, e con scrupolo, ai poteri e alle prerogativ­e che la Costituzio­ne e la legge affidano al Consiglio superiore della magistratu­ra». Il riferiment­o è proprio alla vicenda del capitano Scafarto. Legnini aggiunge che «i gravi fatti emersi nel corso delle indagini condotte dalla Procura di Roma, che se confermati rischiereb­bero di minare la fiducia dei cittadini nella trasparent­e conduzione delle attività inquirenti, sono allo stato riferibili ad un ufficiale di polizia giudiziari­a, sul quale il Consiglio non dispone di alcun potere di intervento. Se e quando il comitato di presidenza disporrà di ulteriori elementi non mancherà di assumere ogni tempestiva decisione».

LE VERIFICHE I pm vagliano tutti gli atti investigat­ivi del capitano del Noe Scafarto. Non esclusa una nuova audizione dell’attuale ad Marroni

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