Scontro elettorale permanente senza una forma partito definita
Davanti all’implodere della forma partito che è stata dominante in questo paese, qualcuno ricorderà forse i dibattiti sulle differenze fra il modello europeo e quello americano. Il primo saldamente strutturato come istituzione, dove dominavano i quadri e i vertici delle strutture. Il secondo ridotto a semplice macchina elettorale, da cui, oltre tutto, non traevano profitto i “funzionari” del partito, perché il sistema serviva solo per estrarre delle personalità dalle professioni e dai ruoli sociali dirigenti.
Il modello di partito nell’Italia d’oggi non è piattamente “americano”, ma certo non è più quello dei tempi andati. Si dirà che il fenomeno era già stato avviato col mitico “partito di plastica” del primo Berlusconi, ma oggi la situazione ha già fatto passi avanti. Assistiamo infatti ad un mix fra macchina elettorale e servizio alle leadership. È da qui che origina quel clima di campagna elettorale permanente e onnicomprensiva che costituisce il problema principale, anche perché si tratta di scontri che non prevedono un vincitore, ma una pluralità di capi che affermeranno il loro diritto a sedere al tavolo dove si decidono gli equilibri politici della legislatura.
Naturalmente non è tutto così semplice, perché non si tiene conto di un contesto che condiziona queste ambizioni. Il primo punto è che un partito è comunque una forma associativa i cui membri possono vantare diritti sulla base del patto che li ha legati. Se ne è accorto Beppe Grillo che credeva di aver evitato il tema con invenzioni verbali come “non partito” e “non statuto”, ma che ha dovuto constatare che una associazione non si può reggere sul motto de “il partito sono io”. È vero che nella nostra Costituzione non si riuscì a promuovere una istituzionalizzazione specifica per i partiti, perché il Pci la bloccò temendo molto il rinvio ad una clausola sull’adeguamento necessario al sistema democratico, il che avrebbe dato modo ad autorità “esterne” di ficcare il naso in casa sua. È altrettanto vero che comunque è impossibile evitare il confronto con le normali garanzie che agli associati garantisce la legislazione.
Se questo potrebbe essere considerato il caso estremo di un “non partito” che si risveglia condizionato da quelle istanze di democrazia diretta che ha allegramente messo in campo, c’è da riflettere sulla crisi di quello che è rimasto l’ultimo superstite delle antiche modalità organizzative dei partiti storici, cioè il Pd. Qui il fenomeno da tenere sotto osservazione è il livello di “pubblicità” che ha raggiunto lo scontro fra dirigenti. In sé non è una novità, quel che colpisce è la ferocia della delegittimazione fra le forze concorrenti, per cui nessuno si preoccupa più del fatto che contrastare l’avversario dovrebbe avere il limite di non mettere in gioco la tenuta dell’istituzione nel suo complesso. Qualcosa di difficile da realizzare quando ci si accusa reciprocamente di portare il partito alla rovina e quando una parte decide di andarsene incurante del fatto che così
LA STRADA DEL MOVIMENTO Grillo prova a risolvere il tema con la formula del non-partito ma deve fare i conti con obblighi associativi
lascia la vittoria in mano agli avversari.
E il famoso partito di plastica berlusconiano? Anche quello è finito in soffitta nel momento in cui il suo fondatore e leader ha deciso di puntare tutto sulla sua “immagine”. Non è stato così in origine, quando l’immagine era funzionale ad un messaggio politico (l’imprenditore fattosi da sé che prometteva lo stesso successo al suo paese), mentre ora l’immagine diventa tutto, perché difficilmente Berlusconi che somministra il biberon all’agnello può essere considerato un messaggio politico (al massimo è un appello ai buoni sentimenti).
Insomma della tradizionale forma partito non sopravvive quasi nulla. Non sarebbe un disastro se quei servizi istituzionali che essa garantiva venissero gestiti da altri. Se non è così e di conseguenza le elezioni sono una via di mezza fra un “like”, un televoto, una pronuncia da tifoseria, come paese non siamo messi molto bene.