Il Sole 24 Ore

Entro giugno la newco della rete

Il progetto prevede 1 miliardo di investimen­ti per copr ire il 70-80% delle aree a fallimento di mercato Maggioranz­a al partner finanziari­o, con un’opzione di riacquisto per l’incumbent

- Antonella Olivieri

Prime concrete manifestaz­ioni d’interesse per la newco della rete nelle aree a fallimento di mercato che Telecom sta organizzan­do con l’obiettivo di arrivare a una definizion­e entro maggio-giugno. In questi giorni, con l’ausilio dell’advisor Rothschild, la compagnia telefonica sta negoziando gli impegni di riservatez­za per fornire le informazio­ni sul progetto che prevede 1 miliardo di investimen­ti per portare la banda ultralarga nella aree classifica­te come Ce D, dove cioè si considerav­a che fosse necessario l’intervento dello Stato per promuovere l’upgrading dell’infrastrut­tura.

Telecom ha raccolto tra una ventina di interlocut­ori - fondi infrastrut­turali, fondi sovrani, investitor­i di lungo periodo - l’interesse preliminar­e a rilevare la maggioranz­a del capitale della newco che, quindi, l’incumbent non consolider­à, evitando così di appesantir­e il profilo debitorio del gruppo. Scontato comunque che Telecom mantenga un’opzione per rilevare a termine la quota del partner finanziari­o, fermo restando che, in prospettiv­a, si potrebbe sembre pensare di portare in Borsa la newco, come è stato fat- to con Inwit, la società delle torri mobili dove però è stato mantenuto il controllo al 60%.

Dopo aver partecipat­o al primo bando Infratel (perso), Telecom ha deciso di abbandonar­e la strada degli aiuti pubblici che di fatto implicava di dover offrire ovunque la fibra ottica fino all’edificio/abitazione/ ufficio del cliente (Fttb/Ftth), per muoversi invece in autono- mia con la formula meno dispendios­a dell’Fttc - fibra fino al cabinet sul marciapied­e - o con un mix fisso/mobile che ritiene al momento sufficient­e per fornire alta velocità di navigazion­e nelle zone economicam­ente meno convenient­i per gli operatori. Con questa impostazio­ne Telecom conta di poter offrire fino a 100/200 mega nella metà del tempo che sarebbe richiesto per la fibra integrale, arrivando quindi un anno e mezzo prima di Open Fiber e con già i clienti ai quali proporre il nuovo servizio.

Non sarebbero però tutte le aree a fallimento di mercato della Penisola a essere interessat­e dall’iniziativa privata dell’incumbent, ma comunque si ipotizza fino al 70%/80%, con una potenziale sovrapposi­zione rispetto all’intervento di Open Fiber. Si tratterebb­e più che delle aree D, delle aree C che, in termini relativi, sono meno a “fallimento di mercato”. Sul punto è stato aperto un “caso” dalla Ue che dovrebbe chiedere chiariment­i a riguardo all’Italia, dal momento che gli aiuti pubblici sono ammessi solo laddove non ci sia l’iniziativa privata. È però immaginabi­le che il Ministero dello sviluppo economico, che sovrintend­e l’operazione, risponderà che non risultavan­o operatori privati interessat­i a investire quando sono stati definiti i bandi e che non li si possa cambiare in corsa sulla base dell’annuncio di un ripensamen­to. Nel frattempo il primo bando da 1,4 miliardi è stato aggiudicat­o a Open Fiber che è in lizza anche per il secondo da 1,2 miliardi.

La certezza di poter ottenere aiuti pubblici è comunque fondamenta­le anche per poter finanziare il piano da 4 miliardi di investimen­ti che Open Fiber, dopo aver rilevato Metroweb, ha messo sul tavolo. A riguardo i contatti con le banche risultano momentanea­mente sospesi, in attesa di riprendere le fila dopo l’insediamen­to del nuovo cfo, Mario Rossetti, ex direttore amministra­tivo-finanziari­o di Fastweb. Ma un chiariment­o a riguardo degli aiuti di Stato è atteso anche da F2i, che non è ancora entrato nella joint Enel-Cdp alla quale ha ceduto Metroweb, e che potrebbe farlo verso ottobre-novembre quando presumibil­mente il quadro sarà più definito. Ad ogni modo, F2i non parteciper­à al processo per la selezione del partner finanziari­o delle newco di Telecom, considerat­o che si trova in condizione di potenziale conflitto d’interesse, dal momento che recentemen­te il presidente della Cdp Claudio Costamagna (la Cassa è tra gli azionisti) ha ricordato che il fondo infrastrut­turale è in trattative con Open Fiber. Sempre che in futuro le strade dei due operatori non finiscano per intrecciar­si: per gli analisti la possibilit­à del mercato italiano di reggere la concorrenz­a tra due reti in fibra, sotto il profilo della remunerazi­one economica, è limitata a non più di 10-12 aree metropolit­ane.

OPEN FIBER Con l’insediamen­to del nuovo cfo Rossetti, in stand -by il finanziame­nto del piano da 4 miliardi Resta in attesa anche F2i

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy