«Arabia da tenere d’occhio, potr ebbe ridurre l’offerta»
« I prezzi del petrolio negli ultimi anni hanno dimostrato poca reattività rispetto al passato di fronte agli eventi bellici. A questo punto terrei più d’occhio le strategie dell’Arabia Saudita. Ha mantenuto per anni i prezzi bassi, da maggior produttore al mondo, cercando di spazzar via la concorrenza senza riuscirvi. Potrebbe ora decidere di fare retromarcia e chiudere i rubinetti » . Raul Caruso è ricercatore di Economia internazionale alla Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’università Cattolica di Milano. In quest’intervista spiega i riflessi su petrolio e materie prime dei recenti eventi geopolitici.
Quindi nessuna reazione del greggio? Nemmeno dopo quanto avvenuto di recente in Siria ed Egitto?
Non credo. Basta vedere quanto avvenuto nel 2015 con l’entrata della Russia sullo scenario siriano. Non c’è stato lo shock petrolifero che qualcuno prevedeva.
Quindi?
Quindi vuol dire che di petrolio ce ne è tanto. Gli Stati Uniti, non dimentichiamolo, sono diventati autosufficienti e c’è stata la grande crescita delle rinnovabili. L’aumento dei prezzi del petrolio non è più così allineato con la crescita globale o con l’accadere di eventi bellici. Invece, ripeto, terrei maggiormente sotto osservazione le prossime mosse dell’Arabia Saudita. È da lì che potrebbero arrivare sorprese.
Dopo aver inondato il mondo di greggio, l’Arabia ridurrebbe adesso l’offerta?
Sì, potrebbe decidere di cambiare strategia. Ricordo inoltre che sta per arrivare in Borsa la più grande Ipo del mondo, quella della Saudi Aramco, la compagnia nazionale petrolifera dell’Arabia Saudita.
Con il ricavato, Riyad creerà un fondo sovrano. Anche l’Arabia ha scelto dunque il mercato?
Certo ma i o non guarderei solo il petrolio in questo scenario geopolitico.
E cos’altro?
Materie agricole e oro.
Perché le materie agricole?
Il protezionismo a cui punta il presidente Usa Trump potrebbe avere forti ripercussioni sui prezzi dei prodotti agricoli.
Guerra commerciale?
Sì. È lì che potrebbe veramente esserci un deciso aumento dei prezzi. In quel caso, l’effetto negativo ricadrebbe soprattutto per le popolazioni delle nazioni più povere. Non vedo invece in prospettiva un’impennata per il greggio tranne eventi apocalittici che nessuno auspica.
In tutto questo, l’oro è il classico bene rifugio che ha già raggiunto alti livelli di prezzo. L’attuale quadro geopolitico come impatta sul metallo aurifero?
Il prezzo dell’oro incorpora già quanto sta avvenendo sullo scenario siriano e mediorientale.
E quanto sta accadendo fra Usa e Nord Corea?
Trump sta mostrando i muscoli.