Il Sole 24 Ore

Le mosse di Monte Paschi per uscire dall’impasse

L’impatto del salvataggi­o e della cessione di Npl sui titoli sospesi in Borsa Le ipotesi da considerar­e e gli esiti del concambio

- Mauro Del Corno

Su molti siti il valore del titolo compare ancora a 15 euro e 8 centesimi. Fermo come un orologio guasto ormai da oltre tre mesi. Quello delle azioni Mps è però un valore che per ora non esiste. Con il salvataggi­o pubblico deciso lo scorso 22 dicembre il viene di fatto azzerato. La capitalizz­azione era infatti di poco superiore ai 400 milioni di euro.

L’emissione di nuove azioni per quasi 9 miliardi di euro significa un’ ulteriore e drastica diluizione dei vecchi titoli. Per i soci di vecchia data è il colpo di grazia che arriva dopo un’agonia che aveva ridoto il prezzo del titolo del 98% in cinque anni. Al momento tutto è sospeso, congelato, con la banca che si trova in una sorta di limbo.

Durante l’assemblea degli azionisti di mercoledì scorso l’ad Marco Morelli ha spiegato che sul trattament­o di vecchi e nuovi azionisti e degli obbligazio­nisti la banca non ha più nessun potere decisional­e, tutto è previsto o lo sarà per legge. La riammissio­ne i n Borsa, ha aggiunto l’ad escludendo un delisting, avverrà quando sarà possibile trasmetter­e alla Consob un quadro informatic­o completo. La definizion­e del nuovo piano industrial­e e le modalità dell’ intervento pubblico sono oggetto di una lunga e complessa trattativa tra Siena, Roma, Bruxelles e Francofort­e.

Nei mesi scorsi sarebbero emerse diversità di vedute tra la vigilanza Bce e la Commission­e Ue che ora paiono superate. Entro un mese l’operazione potrebbe iniziare ad assumere una forma più definita. Le dichiarazi­oni ufficiali, sia da parte europea che italiana, rimangono tuttavia improntate a una grande prudenza.

Nel frattempo a essere sospesi dalle contrattaz­ioni non sono solo le azioni ma anche i bond della banca (qualche scambio si registra solo su alcune borse estere). In linea teorica non solo i titoli subordinat­i ma anche le obbligazio­ni tradiziona­li potrebbero essere coinvolte in qualche misura nella ricapitali­zzazione e rilancio dell’istituto. Su questo fronte però sembra prevalere la soluzione meno traumatica. La responsabi­le della vigilanza bancaria della Bce, Danièle Nouy, ha infatti spiegato un paio di settimane fa che la solvibilit­à della banca non è in discussion­e. Un aspetto tecnico importante perché la capacità della banca di riprendere a camminare sulle sue gambe è il presuppost­o per un intervento sello Stato sotto forma di ricapitali­zzazione preventiva. Non un bail in vero e proprio con penalizzaz­ioni an- che per gli obbligazio­nisti senior.

In attesa di conoscere sviluppi e dettagli si può provare a ipotizzare come si riaffaccer­ebbe sui mercati la nuova Mps. La premessa è l’aumento di capitale da 8,8 miliardi di euro chiesto dalla Bce di cui 6,6 saranno a carico del Tesoro che diventerà quindi azionista con una quota intorno al 70%. I rimanenti 2,2 miliardi arriverann­o dalla conversion­e in azioni dei bond subordinat­i, per circa la metà in mano ai piccoli risparmiat­ori, con un concambio che il decreto governati- vo fissa per le emissioni principali 1 a 1 (si veda la tabella). Ossia si dovrebbero ricevere nuove azioni per un valore pari a quello dell’obbligazio­ne.

Il nuovo capitale servirà innanzitut­to a disfarsi dei crediti in sofferenza come chiesto dalla Bce con le nuove perdite che questo comporta. Mps ha infatti sofferenze l orde per circa 29 miliardi. Crediti malati che Mps ha già svalutato del 64% ma che oggi si vendono sul mercato a cifre intorno al 20% del loro valore iniziale. In un’ipotesi realistica la banca incassereb­be quindi al massimo 5/6 miliardi di euro. Questi crediti sono però a bilancio con un valore di 10 miliardi. Quindi Mps dovrebbe assorbire nuove perdite per circa 4/5 miliardi.

A quel punto il capitale si ridurrebbe a 3/4 miliardi. Sul mercato ci sarebbe circa il 30% della banca (il 70% sarà infatti in mano al Tesoro). Mps tornerebbe però in Borsa alleggerit­a dei sui crediti problemati­ci e potrebbe essere scambiata a valori non troppo distanti da quelle di banche oggi più in salute. Intesa Sanpaolo, la banca con i risultati migliori negli stress test Bce, vale oggi in Borsa circa lo 0,8% del suo capitale. Ubi e Banco Bpm tra lo 0,3 e lo 0,4%, Carige lo 0,1%. Ipotizzand­o per la nuova Mps un rapporto piuttosto alto, intorno allo 0,5 il valore del 30% sul mercato si collochere­bbe tra attorno ai 400 milioni di euro.

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