Fondo pensione Fed cauto dopo Trump
A fine 2016 il peso dei bond è salito al 48,9% In calo le azioni Usa
L’osservatorio è decisamente privilegiato. L’evoluzione dell’asset allocation del fondo pensione dei dipendenti della Fed, la Banca centrale statunitense, è sempre un termometro interessante per capire come si muove uno strumento destinato a dipendenti un po’ fuori dal comune. I comparti erano gestiti a fine 2016 attraverso 20 veicoli finanziari sotto la supervisione del comitato di investimento per garantire la massima diversificazione.
L’ultimo documento pubblicato, che fotografa la situazione allo scorso dicembre, evidenzia un maggiore prudenza sull’asset allocation complessiva, nel rispetto dei vincoli del fondo stesso, nonostante l’euforia scatenata dall’elezione di Trump. In particolare la quota destinata al reddito fisso è stata alzata al 48,9% di fine 2016 rispetto al 48,6% di un anno prima (il peso previsto dalle linee guida del fondo per il 2016 era pari al 50%). Insomma, le minacce di una pesante stretta monetaria e di una ripresa corposa dell’inflazione non sembrano spaventare il fondo pen- sione della Fed, che sembra rafforzare un’impostazione molto prudente. L’esposizione verso il reddito fisso è progressivamente cresciuta nell’ultimo decennio: nel 2007 la quota del fondo destinata ai bond era appena del 33,2% e l’anno successivo (nel pieno della crisi finanziaria) è balzata al 42,8% per poi continuare a crescere negli anni successivi con un picco nel 2014. Per quanto riguarda gli investimenti più a rischio, vale a dire l’azionario, le strategie non sono particolarmente aggressive. L’esposizione verso l’equity a fine 2016 ha fatto registrare un livello minimo, come non si vedeva da anni: complessivamente l’esposizione azionaria si attesta intorno al 45% dell’intero portafoglio contro il 65% del 2009 ad esempio. Difficile ipotizzare che i listini possano replicare il rally messo a segno negli ultimi otto anni, a partire da Wall Street che ha guadagnato oltre il 200%.
In particolare a fine 2016 è stata ridotta l a quota di azioni Usa al 24,6% e di azioni internazionali al 16,3%. Cresce invece frazionalmente il peso dell’equity dei paesi Emergenti (dal 4,5% al 4,7%). Il fondo pensione Fed va poi a caccia di investimenti alternativi: cresce vistosamente il peso del private equity (che oggi passa dall’1,3% al 2,4%). In aumento anche l’esposizione verso il settore immobiliare.
A fine 2016 rispetto a fine 2015. Dati in percentuale