Gli azionisti azzerati sono « consumatori » S
arà il tempo a stabilire se la sentenza della Cassazione numero 8738/17 sarà in grado di cambiare il destino degli azionisti azzerati. Quel che è certo è che a leggerla si capisce che la decisione della Corte va incontro ai numerosissimi azionisti che hanno visto sfumare i loro risparmi investiti in azioni non quotate: Cassa di Risparmio di Ferrara, Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza, Banca Etruria, Carichieti, Banca Marche , Banca popolare di Bari.
La Cassazione ha stabilito infatti che essi sono «consumatori» e possono fare causa nella propria città, senza essere rimandati di fronte al Tribunale delle Imprese chiamato in causa finora dalle banche che sostenevano l’incompetenza delle procure locali. Questa novità ha dei risvolti non da poco. La decisone consente anche di snellire i tempi della giustizia visto che presso il Tribunale delle Imprese non esiste la possibilità di utilizzare il rito abbreviato.
L’iniziativa si deve a una coraggiosa piccola risparmiatrice di Ferrara, assistita dagli avvocati dello Studio Associato BDF Giovanni Franchi (Parma), Stefano Di Brindisi (Ferrara) e Lucia Caccavo (Bologna).
Alla richiesta posta al Tribunale di Ferrara di dichiarare nulla la transazione finanziaria originata dall’acquisto di azioni Carife per due violazioni dell’articolo 23 Tuf e altre irregolarità, il Tribunale dichiarava la propria incompetenza a decidere la causa, indicando come sede competente la Sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale di Bologna. Condannando tra l’altro la piccola risparmiatrice al pagamento di 1.500 euro di spese legali per aver proposto l’azione a un foro incompetente.
La risparmiatrice , che non arrendendosi ha ottenuto questa storica pronuncia, è indubitabilmente una «consumatrice», a norma dell’Articolo 3 del Codice del Consumo, Questa decisione avrà degli effetti anche su future decisioni del Tribunale delle Imprese che, secondo l’avvocato Franchi, potranno essere impugnate.