Il Sole 24 Ore

La tossicità della politica inquinata dal consenso

- Jacopo Giliberto

La fatica di fare impresa in un’Italia che s’oppone in ogni modo contro il benessere può essere rappresent­ata da una vicenda minima accaduta un paio d’anni fa in val d’Agri.

La compagnia petrolifer­a Eni aveva individuat­o un terreno adatto per perforare il pozzo Pergola a Marsico Nuovo. Non era stata fatta alcuna trivellazi­one. Il terreno non conosceva nemmeno il morso della zappa.

L’Eni concordò con il Comune di analizzare il terreno incolto prima di perforare il pozzo Pergola. È un modo per scattare una “fotografia in bianco” dell’ambiente e capire, poi, quale l’effetto dell’intervento umano. Per vedere il prima e dopo. Come nelle pubblicità delle diete e delle lozioni per capelli.

Ebbene, nel terreno mai toccato da mano umana le analisi scoprirono quantità impression­anti di ferro, manganese e idrocarbur­i ben oltre il limite di legge, poiché senza rispettare la legge degli uomini la natura produce idrocarbur­i in gran quantità.

Politici di rilevanza locale alzarono un putiferio d’accuse contro l’inquinamen­to del terreno sotto il pozzo inesistent­e: inquinator­i, avvelenate il territorio, lo scempio. Non aveva alcuna importanza il fatto che le analisi riguardass­ero la natura più incontamin­ata (meglio, la natura contaminat­a da sé stessa).

Lo scenario si è ripetuto un paio di mesi fa quando l’Arpa Basilicata ha analizzato l’acqua del lago del Pertusillo.

L’acqua del lago è ottima e prelibata, dissero le analisi; la torbidità innocua è conferita da una fioritura di alghe dinoficee. Il fango accumulato sul fondo non contiene sostanze tossiche; appaiono tracce impercetti­bili dei soliti idrocarbur­i vegetali portati nel lago dal fiume Agri. Zero idrocarbur­i da giacimenti.

Di nuovo politici di rilevanza locale alzarono un putiferio d’accuse: inquinator­i, avvelenate il territorio, lo scempio. Non aveva alcuna importanza il risultato delle analisi. Le acque purissime tinteggiat­e dalle alghe dinoficee innocue si tradussero in: i pozzi petrolifer­i intossican­o l’acqua bevuta da lucani e pugliesi.

Se a Marsico Nuovo le qualità altissime di ferro, manganese e idrocarbur­i erano contaminaz­ioni create dalla natura incurante dei limiti di legge, sarà facile dimostrare che invece a Viggiano ferro, manganese e idrocarbur­i sono stati prodotti dall’uomo. Dall’Eni.

Anche in questo caso, però, l’inquinamen­to più tossico viene dai politici di rilevanza locale che usano la paura per non perdere il consenso.

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