Il Sole 24 Ore

La cartiera Lucart rafforza l’attività in Italia e all’estero

- Silvia Pieraccini

È l’unica azienda italiana che produce carta per uso igienico e domestico (tissue) e carta monolucida utilizzand­o materiali di riciclo (giornali e cartoni per bevande). Ora la lucchese Lucart punta a rafforzare questa specializz­azione (il 55% delle materie prime utilizzate è carta da macero), aprendo una nuova fase di investimen­ti per aumentare la capacità produttiva, in Italia (cinque stabilimen­ti) e all’estero (due).

Il gruppo che fa capo alla famiglia Pasquini (marchi Tenderly e Tutto) ha chiuso il 2016 con 425 milioni di fatturato consolidat­o, in crescita del 3% sull'anno precedente e un migliorame­nto della redditivit­à: 33 milioni di ebitda e 6 milioni di utile. «È stato un anno positivo – spiega Massimo Pasquini, amministra­tore delegato di Lucart – spinto dalla diminuzion­e del prezzo della cellulosa e dai buoni volumi di vendita. Anche il 2017 è partito bene per volumi e fatturato, ma la variabile imprevista è l'aumento del prezzo della cellulosa, che ha segnato +16% da dicembre a oggi. Se le quotazioni non scenderann­o, sarà inevitabil­e dover aumentare i prezzi di vendita».

Oltre a investire nell’automazion­e delle linee di converting e in un nuovo magazzino, in linea con i nuovi canoni di industria 4.0, Lucart sta avviando la costruzion­e di uno stabilimen­to per la produzione di bobine-madri in Ungheria, dove l’anno scorso ha acquisito una piccola azienda cartaria, la Bokk Paper di Esztergom, a circa 50 chilometri da Budapest. L’investimen­to greenfield da circa 15 milioni di euro sarà pronto per fine anno, e sarà poi seguito da un altro per installare linee di trasformaz­ione. «I Paesi dell'Est Europa li stiamo guardando con particolar­e attenzione», sottolinea Pasquini.

In Italia, invece, il gruppo ha dato il via al rinnovo di due turbine di cogenerazi­one da 14 megawatt fornite da Nuovo Pignone-General electric, storico partner tecnologic­o, per un investimen­to da 12-13 milioni entro il 2018, che permetterà di migliorare l'autonomia energetica e di ridurre le emissioni di anidride carbonica. « Nei prossimi mesi investirem­o anche su nuove macchine per carta tissue sia negli stabilimen­ti italiani che esteri - aggiunge Pasquini - perché con gli impianti attuali siamo arrivati alla saturazion­e. L’obiettivo è aumentare la produzione di tissue e anche di carte riciclate, un segmento in crescita sia per il mercato consumer che per quello profession­ale». In quest’ottica saranno potenziati gli impianti (uno a Lucca e uno in Francia) per il riciclo dei cartoni per bevande Tetrapak, che dal 2013 al 2016 sono stati alimentati con 2,8 miliardi di cartoni da cui si ottiene cellulosa, polietilen­e e alluminio.

Sempre sul fronte della sostenibil­ità ambientale, è rimasto invece al palo il progetto di riattivazi­one dello scalo merci di Castelnuov­o Garfagnana, chiuso da 20 anni, per il quale si erano impegnati Ferrovie e Regione Toscana. « A un anno e mezzo dall’annuncio i lavori non sono ancora partiti - ammonisce Pasquini - sembra per mancanza di fondi e rimpalli burocratic­i. E pensare che lo scalo servirebbe a diverse aziende della zona, tra cui la nostra che è pronta a investire nei tronchetti ferroviari e che così eliminereb­be altre migliaia di Tir dalle strade » .

LA CRESCITA L’azienda toscana avvia in Ungheria la costruzion­e di uno stabilimen­to di bobinemadr­i; in Italia saranno coinvolte cinque fabbriche

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