La cartiera Lucart rafforza l’attività in Italia e all’estero
È l’unica azienda italiana che produce carta per uso igienico e domestico (tissue) e carta monolucida utilizzando materiali di riciclo (giornali e cartoni per bevande). Ora la lucchese Lucart punta a rafforzare questa specializzazione (il 55% delle materie prime utilizzate è carta da macero), aprendo una nuova fase di investimenti per aumentare la capacità produttiva, in Italia (cinque stabilimenti) e all’estero (due).
Il gruppo che fa capo alla famiglia Pasquini (marchi Tenderly e Tutto) ha chiuso il 2016 con 425 milioni di fatturato consolidato, in crescita del 3% sull'anno precedente e un miglioramento della redditività: 33 milioni di ebitda e 6 milioni di utile. «È stato un anno positivo – spiega Massimo Pasquini, amministratore delegato di Lucart – spinto dalla diminuzione del prezzo della cellulosa e dai buoni volumi di vendita. Anche il 2017 è partito bene per volumi e fatturato, ma la variabile imprevista è l'aumento del prezzo della cellulosa, che ha segnato +16% da dicembre a oggi. Se le quotazioni non scenderanno, sarà inevitabile dover aumentare i prezzi di vendita».
Oltre a investire nell’automazione delle linee di converting e in un nuovo magazzino, in linea con i nuovi canoni di industria 4.0, Lucart sta avviando la costruzione di uno stabilimento per la produzione di bobine-madri in Ungheria, dove l’anno scorso ha acquisito una piccola azienda cartaria, la Bokk Paper di Esztergom, a circa 50 chilometri da Budapest. L’investimento greenfield da circa 15 milioni di euro sarà pronto per fine anno, e sarà poi seguito da un altro per installare linee di trasformazione. «I Paesi dell'Est Europa li stiamo guardando con particolare attenzione», sottolinea Pasquini.
In Italia, invece, il gruppo ha dato il via al rinnovo di due turbine di cogenerazione da 14 megawatt fornite da Nuovo Pignone-General electric, storico partner tecnologico, per un investimento da 12-13 milioni entro il 2018, che permetterà di migliorare l'autonomia energetica e di ridurre le emissioni di anidride carbonica. « Nei prossimi mesi investiremo anche su nuove macchine per carta tissue sia negli stabilimenti italiani che esteri - aggiunge Pasquini - perché con gli impianti attuali siamo arrivati alla saturazione. L’obiettivo è aumentare la produzione di tissue e anche di carte riciclate, un segmento in crescita sia per il mercato consumer che per quello professionale». In quest’ottica saranno potenziati gli impianti (uno a Lucca e uno in Francia) per il riciclo dei cartoni per bevande Tetrapak, che dal 2013 al 2016 sono stati alimentati con 2,8 miliardi di cartoni da cui si ottiene cellulosa, polietilene e alluminio.
Sempre sul fronte della sostenibilità ambientale, è rimasto invece al palo il progetto di riattivazione dello scalo merci di Castelnuovo Garfagnana, chiuso da 20 anni, per il quale si erano impegnati Ferrovie e Regione Toscana. « A un anno e mezzo dall’annuncio i lavori non sono ancora partiti - ammonisce Pasquini - sembra per mancanza di fondi e rimpalli burocratici. E pensare che lo scalo servirebbe a diverse aziende della zona, tra cui la nostra che è pronta a investire nei tronchetti ferroviari e che così eliminerebbe altre migliaia di Tir dalle strade » .
LA CRESCITA L’azienda toscana avvia in Ungheria la costruzione di uno stabilimento di bobinemadri; in Italia saranno coinvolte cinque fabbriche