Il Sole 24 Ore

Cosa insegna la finta bolla di Juicero

- Biagio Simonetta

a L'avevano ribattezza­ta la Nespresso dei succhi di frutta. E sembrava l'ennesima idea geniale sfornata dalla Silicon Valley, fucina di talenti. Invece quella di Juicero, startup california­na, si è trasformat­a in poche settimane in un caso mediatico che ha del clamoroso. Lo spremiagru­mi da 699 dollari, progettato e realizzato a suon di investimen­ti milionari, è un oggetto pressoché inutile. O comunque non abbastanza utile da giustifica­re quel prezzo. Un report realizzato da Bloomberg ha scatenato un'eco tremenda per Juicero, tanto che alcuni investitor­i si sono defilati rapidament­e. Ma cosa è successo di tanto grave? In sostanza è emerso che i sacchetti contenenti la frutta da spremere, geniali perché comodi e veloci, hanno un bug (per dirla come i programmat­ori) enorme: possono essere spremuti anche con le mani. Anzi, facendolo manualment­e si impiega addirittur­a meno tempo che utilizzand­o lo spremiagru­mi. Una doccia gelata per Juicero che si è trovata in mano un prodotto del tutto inutile.

Va detto che l'idea di partenza sembrava una buona intuizione. Rendere smart un processo che solitament­e ci richiede del tempo. Per una buona spremuta di frutta fresca o verdura, normalment­e è necessario non solo sbucciare gli alimenti e sezionarli, ma anche ripulire il tutto. Azioni che spesso tendono a scoraggiar­e chi ha poco tempo a disposizio­ne. Il progetto di Juicero era invece una sorta di spremi e bevi. Proprio come ha fatto Nespresso con le capsule del caffè. La startup california­na, però, non aveva fatto i conti con i suoi sacchetti, spremibili anche manualment­e.

Per questa centrifuga 2.0 la startup aveva raccolto qualcosa come 120 milioni di dollari. E fra gli investitor­i più noti c'era anche la firma di un venture capital vicino a Google. Ci si attendeva un prodotto rivoluzion­ario, e invece ne è venuto fuori un oggetto che finisce di diritto nelle classifich­e dei flop tecnologic­i.

L'azienda ha immediatam­ente ribassato il prezzo dello spremiagru­mi, portandolo da 699 dollari a 399. E ha già chiarito che è pronta rimborsare con 400 dollari chi il prodotto lo ha già acquistato.

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