Niente destrezza per il furto al «distratto»
pEsclusa l’aggravante della destrezza per chi commette un furto, approfittando del momento di distrazione della persona offesa. Con l’informazione provvisoria n.8, le Sezioni unite della Cassazione rendono nota la decisione presa nella pubblica udienza del 27 aprile scorso.
La Corte, con l’ordinanza 7696 del 17 febbraio scorso, aveva chiesto alle Sezioni unite di chiarire se, per chi “coglie l’attimo” e ruba un bene quando il possessore o il detentore si allontana o è occupato a fare altro, sia configurabile l’aggravante della destrezza prevista dall’articolo 625 del Codice penale. I giudici del rinvio avevano esaminato l’appello di un imputato condannato per furto (articolo 624 del Codice penale) con le aggravanti della destrezza e della re- cidiva. L’uomo si era impossessato di un computer portatile sottraendolo alla proprietaria del bar, che lo teneva sul bancone, mentre questa si era distratta. Ad incastrare il responsabile era stata la video camera installata all’interno dell’esercizio.
Per la Corte d’appello, che aveva confermato la decisione del Tribunale, il fatto che l’imputato aveva approfittato della disattenzione della proprietaria dimostrava «lo spessore della maggiore criminalità del soggetto».
Secondo il difensore, invece, la destrezza non c’era, perché non era stato il suo assistito a creare le condizioni per il furto. Il legale ricorda a supporto della sua tesi il contrasto sul tema.
Per parte della Cassazione l’aggravante della destrezza si configura comunque, anche quando il ladro coglie l’occasione propizia : «l’agente approfitta di una condizione contingente favorevole, o di una frazione di tempo in cui la parte offesa ha momentaneamente sospeso la vigilanza sul bene, in quanto impegnata nello stesso luogo di detenzione della cosa o in luogo immediatamente prossimo, o a curare attività di vita o di lavoro». Con la sentenza 20954 del 2015, la Suprema corte aveva deciso per l’aggravante in un caso in cui l’imputato aveva rubato una bicicletta mentre il proprietario era impegnato con una telefonata. Destrezza (sentenza 46977 del 2015) anche nel caso di un pescatore che aveva nascosto male il suo marsupio tra gli scogli ed era tornato a casa con i pesci ma senza il portafogli.
Non mancano però le decisioni secondo le quali perché scatti l’aggravante della destrezza il ladro deve fare qualcosa di più che afferrare l’”occasione” al volo, l’agente deve infatti, mettere in atto un’attività che per astuzia e rapidità sia tale da superare l’attenzione e la vigilanza dell’uomo medio. Per questo non c’è la destrezza per chi ruba la macchina lasciata incustodita (sentenza 22164 del 2016) quando il conducente è sceso a chiudere il cancello.
Le Sezioni unite prendono le distanze dall’orientamento secondo il quale per la destrezza non serve una particolare abilità ma basta saper approfittare di qualunque situazione oggettiva o soggettiva favorevole ad eludere la vigilanza. Secondo il Supremo consesso invece, serve una “marcia” in più del ladro che non si deve limitare a prendere cose incustodite o a sfruttare l’occasione ma deve crearla con astuzia e abilità.