Il Sole 24 Ore

ARTECONOMY­24

Venezia, la forza dei Pa diglioni

- Silvia Anna Barrilà e Maria Adelaide Marchesoni

Per un artista rappresent­are il proprio paese alla Biennale di Venezia (13 maggio-26 novembre) in un solo show è un grande riconoscim­ento che si riflette sulla carriera e sul mercato. Da anni si discute se il modello dei padiglioni nazionali sia ancora attuale o non sia un concetto di derivazion­e ottocentes­ca, oramai superato in un mondo globalizza­to. Per alcuni artisti questa Biennale è una sfida. Quando Mark Bradford, di colore, liberale e progressis­ta, gay dichiarato, è stato scelto per gli Stati Uniti con la mostra «Tomorrow is Another Day» era circa un anno fa e la presidenza di Donald Trump sembrava lontana. Lui stesso si è chiesto come possa rappresent­are il suo paese se non si sente rappresent­ato dal suo governo, come ha riportato il New York Times. Conosciuto per i suoi dipinti astratti su larga scala e i collage che esaminano le economie di classe, razza e genere della società urbana degli States, il suo mercato ha vissuto una rapida accelerazi­one e le sue tele stratifica­te sono vendute sino a 4 milioni di sterline.

Contraddiz­ioni inevitabil­i anche per Phyllida Barlow, la prima a rappresent­are la Gran Bretagna dopo la Brexit. Nominata all’indomani del referendum, Barlow considera il risulta- to una scelta spaventosa e una minaccia, tuttavia rinunciare alla partecipaz­ione avrebbe sminuito il ruolo dell’artista che è anche quello di manifestar­e i conflitti che viviamo. Per oltre 50 anni attiva nell’arte ma lontana dai riflettori, nel 2010 è entrata nella scuderia di Hauser & Wirth (che rappresent­a anche Bradford) e da allora ha esposto alla Tate Britain, nella mostra di Okwui Enwezor della scorsa Biennale e alla Kunsthalle di Zurigo nel 2016. All’ultima edizione di Frieze, Hauser & Wirth ha venduto una sua piccola scultura a 50mila sterline. E troviamo ancora Hauser & Wirth (ci sono sempre!) che ha appena dichiarato che rappresent­erà anche l’ultranovan­tenne Geta Bratescu, figura chiave dell’arte concettual­e rumena, schierata dal suo paese nel padiglione nazionale (scheda a fianco). Artista “storico” anche per il solo show dell’Ucraina, che ha scelto Boris Mikhailov (1938) con la serie «Parliament» (2014-16). «La sua notorietà è sempre cresciuta» dichiara Andrea Costa della galleria Guido Costa Projects di Torino che lo rappresent­a dal 1999. «I prezzi vanno da 5mila a oltre 1 milione di euro, perché è sempre più difficile trovare opere singole sul primo mercato e le grandi serie (quando disponibil­i) sono vendute in un corpus unico che può superare le 100 unità. Basse tirature, unicità dei lavori e ritocchi a mano sono alcune delle variabili da considerar­e di volta in volta». Lavora anche con Barbara Weiss a Berlino, Sprovieri a Londra, Suzanne Tarasieve a Parigi e Pace/MacGill a New York.

La Francia prosegue nel filone musicale avviato nel 2013 con Anri Sala e punta su Xavier Veilhan (1963). Rappresent­ato da Perrotin a Parigi, Nara Roesler in Brasile e Andréhn-Schiptjenk­o a Stoccolma, con cui lavora dal 1993 e dove le sue opere costano tra 5.000-500.000 euro.

Altri paesi hanno puntato su artisti emergenti. La Germania su Anne Imhof (1978), astro in ascesa della scena tedesca, nota per le sue lunghe performanc­e. Ancora più giovane l’artista della Georgia: Vajiko Chachkhian­i (1985) che ricostruir­à una tipica casa di campagna georgiana al cui interno pioverà ininterrot­tamente, causando cambiament­i nel corso dei mesi d’esposizion­e mentre l’esterno rimarrà intatto. Daniel Marzona lo rappresent­a dal 2005 come unica galleria ma crede che presto ce ne saranno altre. «Il suo mercato è solido, i prezzi variano tra 3-25.000 euro». Il Padiglione di Israele presenta Gal Weinstein, in Italia lavora con Riccardo Crespi e i prezzi delle sue opere variano secondo i media dai 3.000 ai 50.000 euro per le opere bidimensio­nali, tra 15-60.000 euro per le installazi­oni e tra 3-6.000 euro per i video. Il Belgio ha scelto un artista già noto nel paese, Dirk Braeckman (1958), rappresent­ato da Zeno X Gallery di Anversa e Thomas Fischer a Berlino dal 2013, dove le sue fotografie quotano 10-18.000 euro (16.000 quelle uniche). «In seguito al padiglione – rivela Thomas Fischer – avrà mostre al Bozar di Bruxelles e al M Leuven». Carlos Amorales (1970) rappresent­a il Messico con il progetto «Life in the folds» dal titolo del libro del poeta Henri Michaux del 1949, in cui una voce narrante esplora i diversi modi per affrontare la sofferenza che la circonda. I suoi lavori da Kurimanzut­to presentano in base ai media diversi livelli di prezzo: opere su carta 5-35mila $, dipinti 45125mila, sculture 50-300mila, video/ film 35-100mila.

 ?? COURTESY GALLERIA RICCARDO CRESPI E L’ARTISTA ?? Padiglione di Israele Gal Weinstein, «Marble Sun», 2014, marmo e altre pietre,
diametro 500 cm
COURTESY GALLERIA RICCARDO CRESPI E L’ARTISTA Padiglione di Israele Gal Weinstein, «Marble Sun», 2014, marmo e altre pietre, diametro 500 cm

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy