Una Francia forte rilancia l’asse con la Germania
L’attacco informatico alla campagna di Emmanuel Macron è stato un brusco richiamo, se ce ne fosse stato bisogno, dell’importanza delle presidenziali francesi per la Germania. E non solo perché i timori di un attacco di hacker con l’intento di manipolare il voto anche alle elezioni tedesche di settembre sono sui radar dei servizi segreti di Berlino da diversi mesi. Timori di disinformazione che l’establishment tedesco prende molto sul serio e che hanno convinto il Governo a promuovere una legislazione ad hoc contro la diffusione di notizie false, “fake news”, via internet. Dopo quel che è successo in Francia, l’attenzione a una possibile ripetizione in Germania salirà a livelli di allerta massima.
Ma ci sono più profonde ragioni politiche per cui in Germania le presidenziali in Francia, considerata il più importante partner estero, vengono seguite con interesse quasi spasmodico: a Berlino, gli ambienti governativi sono convinti che dall’esito del voto francese dipenda il futuro dell’Europa. Il cancelliere Angela Merkel non ha esitato nei giorni scorsi a dichiarare il suo chiaro appoggio a Macron, proprio in virtù delle sue convinzioni proeuropee. Una vittoria di Marine Le Pen rappresenterebbe invece il prologo al fallimento della poli- tica europea che la Germania ha perseguito da decenni.
Nessuno a Berlino pensa veramente che anche l’arrivo all’Eliseo di Macron possa creare le condizioni per una semplice riedizione dell’asse franco-tedesco che da sempre è il motore dell’integrazione europea, ma la sostituzione del debole François Hollande, la cui presidenza ha segnato il naufragio definitivo dell’asse fra i due Paesi renani, con una personalità dotata di nuovo entusiasmo e impegnata alle riforme potrebbe rimettere in moto la costruzione europea. Questo, riconoscono a Berlino, dovrà avvenire su basi diverse, aprendo a un possibile compromesso fra riforme e meno rigidità nelle regole, con un maggiore orientamento alla crescita, per quanto riguarda il campo economico. Lo stesso ministro delle Finanze, Wolfgang Schauble, lo ha ammesso di fatto in un’intervi- sta pubblicata ieri da un giornale locale in cui si è detto «fiducioso che in Francia con il presidente Macron ci saranno progressi», rilevando anche che l’Italia è sulla buona strada e persino la Grecia ha fatto passi avanti. Un collegamento espresso in modo esplicito da Macron, non a caso proprio in un discorso a Berlino, alla università Humboldt lo scorso gennaio, quando ha messo in relazione le riforme in Francia con i progressi in Europa. La divergenza nell’andamento delle due economie è stato uno degli elementi caratterizzanti, e uno dei problemi di fondo, dell’Eurozona negli ultimi anni e nel rapporto bilaterale.
Con una presidenza più forte a Parigi e maggiormente in sintonia, la Germania conta poi di potere condividere il peso della leadership in Europa, dove l’egemonia di Berlino è mal digerita, oltre che un disagio per gli stessi tedeschi. Nel- la ricerca di una sponda francese, pesano poi da parte del Governo tedesco un elemento di diffidenza nei confronti dell’attuale Commissione europea e la necessità di avere un altro “grande” che possa far sentire la propria voce nel negoziato su Brexit.
Il secondo turno francese cade nello stesso giorno delle elezioni regionali nello Schleswig-Holstein, un piccolo Land rurale del Nord, dove alla vigilia la Cdu della signora Merkel era in testa nei sondaggi con il 32% sul 29% dei socialdemocratici della Spd e con buone possibilità di sconfiggere l’attuale coalizione composta appunto dalla Spd, dai Verdi e dalla Ssw, il partito della minoranza danese che rischia di non entrare neppure nel Parlamento locale. Un successo qui, accoppiato con quello di Macron a Parigi, sarebbe per Angela Merkel un ottimo viatico per il voto più importante domenica prossima nel Nord-Reno Westfalia, lo Stato più popoloso di Germania, e soprattutto per le elezioni politiche di settembre.
RIPENSAMENTI Il governo di Merkel apre a un compromesso fra riforme e meno rigidità sulle regole con una maggiore spinta alla crescita