Mercati, rialzo europeo al test delle urne
Sparite le scommesse sulla disgregazione dell’euro - In calo lo spread Francia-Germania
Gli investitori hanno pochi dubbi sull’esito delle elezioni francesi di oggi. I mercati sono posizionati su una vittoria del candidato di centro-sinistra, l’europeista Emmanuel Macron. Gli ultimi sondaggi lo danno in netto vantaggio (62%) nei confronti di Marine Le Pen, la candidata di destra pronta (stando al suo programma) a scompaginare il sistema, euro compreso.
Ci sono più indicatori che aiutano a capire la visione anticipata degli investitori. A partire dall’indice Sentix euro break-up, che misura le probabilità di una disgregazione della moneta unica. Questo termometro nell’estate del 2012 – prima del “whatever it takes” con cui il governatore della Bce Mario Draghi entrò a gamba tesa a difesa dell’euro – raggiunse un picco oltre quota 70. Venerdì sera invece quotava intorno ai 13 punti, vicinissimo ai minimi di sempre. Se i mercati avessero dei dubbi sulla vittoria della Le Pen questo indice sarebbe molto più alto. Così come sarebbe molto più in alto lo spread tra i titoli di Stato di Francia e Germania. Dopo aver raggiunto quota 80 punti lo scorso febbraio – quando le probabilità di una vittoria della Le Pen erano più alte – questo differenziale è sceso ora a 35 punti, un livello considerato poco allarmante e pressoché fisiologico tra i due Paesi.
Non c’è due senza tre. Anche le Borse sono posizionate su una vittoria di Macron. Dal 22 aprile – alla vigilia dell’esito del primo turno francese – la Borsa di Parigi ha guadagnato il 7%, in linea con l’andamento di Piazza Affari (+8%) e di Francoforte (+5,5%) che nel frattempo ha aggiornato il massimo di tutti i tempi. Altro inequivocabile segnale che gli investitori sono in pieno clima risk-on, collegato alla vittoria di Macron. Con quest’ultimo all’Eliseo una buona parte dei dubbi dei mercati sulla capacità dell’euro-sistema di reggersi in piede scomparirebbe. Senza dimenticare il valore dell’euro che viaggia ormai a quota 1,1 dollari, il livello più alto da novembre. L’effetto-Macron sta facendo smontare le scommesse negative sulla valuta comune che si erano accumulate nei mesi precedenti. Altro segnale di distensione arriva dall’oro: il bene rifugio ha perso il 3,,1% in cinque giorni.
È evidente a questo punto che un’eventuale vittoria della Le Pen rimescolerebbe completamente le carte, gettando sui mercati finanziari un clima di totale incertezza. In questo caso ci sarebbe da aspettarsi domani alla riapertura delle contrattazioni forti ribassi, tanto sulle azioni quanto sui bond della periferia dell’Eurozona, con acquisti sui Bund tedeschi e vendite sulle obbligazioni francesi e italiane. Come potrebbero andare le cose invece con una vittoria di Macron?
«A questo punto i mercati hanno scontato al 95% la vittoria di Macron, per cui la sua probabile vittoria potrebbe fare salire leggermente i mercati domani ma è anche possibile che ci sia il classico “sell on the good news” dopo il forte rialzo successivamente ai risultati del primo turno – spiega Luca Riboldi, responsabile investimenti di Banor sim -. Nel caso improbabile, ma sempre possibile, di una clamorosa vittoria della Le Pen, ci sarebbe un crollo violento dei mercati europei, qualcosa nell’ordine del 15/20%, in quanto sconterebbero una rottura della zona euro».
Se Macron vincesse, «la reazione a caldo potrebbe essere un “sell on news” - spiega Guglielmo Manetti, vice direttore generale di Intermonte advisory e gestione -. Ma al di là di momentanee prese di profitto c’è spazio di ulteriori rialzi per le Borse europee, compresa quella italiana. Tolta l’ultima incertezza legata alle elezioni francesi c’è ancora tanta liquidità che potrebbe entrare in Europa. Anche perché il quadro macro e micro è in forte miglioramento. Finora l’80% delle società europee che hanno riportato i conti del trimestre hanno battuto le attese».