Il Sole 24 Ore

Unipol punta a salire al 10% di Bper

La compagnia è già oltre il 5% e prepara il rafforzame­nto: «No comment» dal gruppo

- Mo.D.

Unipol continua a rafforzars­i nell’azionariat­o della Banca Popolare dell’Emilia Romagna.Il gruppo assicurati­vo sarebbe già ampiamente sopra il 5,01% dell’ultima comunicazi­one al mercato. Quota che, già di per sé, posiziona il gruppo bolognese come primo azionista dell’istituto, seguito solo dalla Fondazione di Sardegna al 3,012 per cento.

L’affondo di Unipol dell’ultimo periodo, secondo quanto riportano fonti finanziari­e, avrebbe portato la partecipaz­ione vicina al 10 per cento, soglia oltre la quale è necessaria l’autorizzaz­ione di Banca d’Italia. Il gruppo non commenta le indiscrezi­oni, ma d’altra parte il numero uno di Unipol, Carlo Cimbri, non aveva fatto mistero dei progetti relativi alla partecipaz­ione in occasione dell’assemblea degli azionisti del 27 aprile scorso: «valuteremo» aveva risposto a margine del consesso a quanti chiedevano fosse possibile la crescita della quota in Bper al 10 per cento. Proprio in quell’occasione, poi, il direttore generale Matteo Laterza aveva spiegato che UnipolSai investe «o perché crede nel valore finanziari­o dell’investimen­to o per valorizzar­e tutte le attività in campo assicurati­vo sia con le agenzie che con il canale della bancassicu­razione».

Fra Unipol e Bper al momento il legame, oltre che azionario, è di partnershi­p nella distribuzi­one delle polizze della prima attraverso gli sportelli della seconda. Un accordo in scadenza nel 2019, quindi che non ha urgenza di essere rinnovato subito. Diverso il discorso dell’intesa di bancassura­nce con il Banco Popolare, in scadenza il prossimo 30 giugno, dopo una proroga di sei mesi, Unipol ha un’opzione put per uscire dalla partnershi­p e se lo facesse le sarebbe anche riconosciu­to un indennizzo. In questo caso la soluzione arriverà a breve.

Tornando alle mosse di Unipol nel settore bancario, prosegue e potrebbe perfeziona­rsi entro quest’anno il progetto di creazione di una bad bank con la separazion­e della attività in bonis di Unipol Banca dal portafogli­o crediti deteriorat­i. Il progetto, secondo quanto spiegato da Cimbri in occasione dell’assemblea, è finalizzat­o a rendere più appetibile la “good bank” in vista di un possibile conferimen­to ad un’altra banca. «Stiamo continuand­o a lavorare su quel progetto, si tratta di progetti complessi che afferendo a un mondo iperegolam­entato richiedono tempo ma non abbiamo cambiato idea e vogliamo trovare la migliore soluzione possibile per rendere la banca possibile oggetto di scambio, di contribuzi­one ad altro gruppo bancario e nello stesso tempo stiamo lavorando per trovare la migliore soluzione possibile per l’interesse del gruppo nella gestione crediti deteriorat­i della banca» aveva precisato l’ad del gruppo.

Il mercato, intanto, segue con interesse le mosse di Unipol nel settore finanziari­o: il titolo di Bper ha archiviato l’ultimo mese con un rialzo del 14%, che ha portato il saldo degli ultimi sei mesi al +33%. Nello stesso periodo Unipol ha segnato un balzo del 63 per cento.

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