L’impronta di noi stessi
possono evocare altro, quasi a dimostrare che anche i ricordi vivono, si trasformano, crescono insieme a noi. « Come tutti i grandi viaggiatori ho visto più di quanto ricordi e ricordo più di quanto ho visto » ( B. Disraeli). Ciò mi fa dire che, nella misura in cui “viviamo” i nostri ricordi, essi ci rendono capaci di cura e di responsabilità, alimentano la consapevolezza di ciò che siamo, da dove veniamo e fin dove possiamo spingerci.
Le caratteristiche di non tangibilità e di mutevolezza rendono i ricordi preziosi, irripetibili e quindi unici. Allo stesso tempo tutti e sempre diversi. Ci fanno intravedere un frammento di eternità nella nostra storia. Sono quel che rimane della nostra esperienza e del tempo vissuto dopo avere eliminato il superfluo. E, anche se spesso sono dolorosi, « è proibito piangere senza imparare, svegliarti la mattina senza sapere che fare, avere paura dei tuoi ricordi » ( P. Neruda).