Il Sole 24 Ore

Il fior fiore del diritto altrui

- Tommaso Edoardo Frosini

blemi complessi generati dalla trasformaz­ione del diritto in epoca di globalizza­zione.

Le domande che il libro si pone sono: perché comparare? Cosa comparare? Come comparare? Dalle risposte emerge la necessità del metodo, anzi dei metodi; perché nella scienza non vi può essere un solo metodo per conoscere. Così come chi conosce un solo diritto non conosce nessun diritto. Ecco che allora il comparatis­ta agisce come la volpe di Isaiah Berlin che sa molte cose, anziché come il riccio che ne sa una sola grande. La cultura derivante dalla comparazio­ne ha anche un effetto concreto: perché consente di legiferare meglio, andando cioè a cogliere di fiore in fiore la migliore normativa in giro per il mondo per riadattarl­a, con metodo, al proprio ordinament­o giuridico di appartenen­za. E lo stesso vale per le sentenze della giurisprud­enza, specialmen­te costituzio­nale. Il diritto comparato può essere definito come una sorta di “clausola aperta” a qualunque principio o regola, provenient­e dall’esterno, che possa servire per progredire, per innovare, per tutelare di più e meglio i diritti di libertà dell’individuo. Certo, non è “un copia e incolla”: bisogna conoscere la dimensione storica, linguistic­a e culturale dei paesi oggetto di comparazio­ne. Bisogna, cioè, sapere entrare metodologi­camente

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