Il Sole 24 Ore

La nuova Equitalia punta su banche dati e azioni sugli immobili

La manovrina punta a migliorare del 10% il successo delle ipoteche

- Marco Mobili e Giovanni Parente

pDal prossimo 1° luglio Equitalia cambierà nome, veste e collocazio­ne, passando all’agenzia delle Entrate. Ma già il decreto fiscale dell’autunno scorso e la recentissi­ma «manovrina» hanno modificato i poteri dell’agente della riscossion­e. Che sempre di più punta sull’utilizzo di banche dati e ha una maggiore flessibili­tà sul patrimonio immobiliar­e dei debitori (prima casa esclusa).

pRicordate il gioco di enigmistic­a “unisci i puntini”? Bene, è un po’ il modo per tracciare quello che potrebbe essere la riscossion­e da qui a poco. Appena chiusa la prima fase della rottamazio­ne delle cartelle, già si delineano nuove sfide per Equitalia che, consideraz­ione non da poco, dal 1° luglio cambierà nome, veste e collocazio­ne. Un agente della riscossion­e con nuovi poteri concessi da ultimo dalla manovrina (Dl 50/2017) ma anche dal decreto fiscale dello scorso autunno (Dl 193/2016) e ancor prima dell’attuazione della delega fiscale. Nel libro delle buone intenzioni l’obiettivo che si può leggere in filigrana è arrivare ad azioni più mirate e che punta sempre di più sull’utilizzo di banche dati, senza sparare nel mucchio ma allo stesso tempo in grado di bloccare i patrimoni dei grandi evasori. Appunto in questa direzione va la modifica contenuta nella manovrina che, fermo restando il divieto assoluto di espropriar­e la prima casa, consente una maggiore flessibili­tà sul restante patrimonio immobiliar­e dei debitori: ora Equitalia e poi Agenzia delle Entrate-Riscossion­e possono procedere all’espropriaz­ione di più beni immobili purché il loro valore complessiv­o sia pari almeno a centoventi­mila euro, mentre la norma precedente faceva riferiment­o al valore del singolo bene limitando così la possibilit­à di intervento. Quindi se il debitore ha una seconda casa e un box sempre per restare nel libro delle buone intenzioni Equitalia dovrebbe mettere nel mirino quest’ultimo per creare meno disagi possibili.

Ma la «fase 2» della riscossion­e è già stata avviata con l’attuazione della delega fiscale. A cominciare dalle modalità con cui Equi- talia bussa alla porta. Dopo i lunghi contenzios­i e gli oneri per la consegna a mezzo posta, sono arrivate le notifiche via Pec (posta elettronic­a certificat­a): gli atti a vario titolo spediti in modalità telematica a imprese e profession­isti sono stati quasi tre milioni di documenti tra luglio e ottobre dello scorso anno.

Resta il fatto che i target prefissati per quest’anno in termini di volume complessiv­o di importi da riscuotere non sono legati solo alla definizion­e agevolata dei ruoli, i cui termini di adesione sono scaduti il 21 aprile anche se Equitalia potrà presentare il “conto” fino al 15 giugno. Secondo le stime del decreto fiscale dello scorso au- tunno, nel 2017 la rottamazio­ne dovrà portare poco più di 5 miliardi (a cui se ne sommano circa 2,2 nel 2018 per un totale di 7,2 miliardi) ma a questi vanno aggiunti i recuperi attesi da riscossion­e ordinaria per cui è stato ipotizzato un obiettivo di 5,4 miliardi. Ecco che quindi la nuova norma sui pignoramen­ti potrebbe avere anche un effetto leva su queste riscossion­i. Insieme alle altre modifiche introdotte, che puntano ad arricchire i database a disposizio­ne della riscossion­e: da un lato, con le informazio­ni relative ai rapporti di lavoro o di impiego presenti nelle banche dati dell’Inps per l’attivazion­e mirata delle norme relative al pignoramen­to di stipendi, salari o altre indennità; dall’altro, con la possibilit­à per l’agenzia delle Entrate di impiegare proprio nell’ottica riscossion­e anche tutte le altre banche dati. Facoltà che verranno estese al nuovo ente pubblico economico che nascerà dal prossimo 1° luglio.

Questo significa la possibilit­à di consultare dati rilevanti presenti nell’Anagrafe dei rapporti finanziari, come ad esempio quelle sulla consistenz­a effettiva, la giacenza media del rapporto finanziari­o ma anche i codici identifica­tivi della tipologia di operazioni che hanno movimentat­o il conto corrente. «Ciò può consentire a Equitalia di non agire più a “fari spenti”» in quanto «prima del Dl 193/2016 gli unici dati a disposizio­ne erano relativi all’identifica­zione dell’operatore finanziari­o e alla tipologia del rapporto», come ha spiegato il presidente e ad di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini, appena pochi giorni fa davanti ai deputati della commission­e Finanze di Montecitor­io. Misure che in termini di cassa dovrebbero dare il loro effetto in termini di cassa per mezzo miliardo sia nel 2018 che nel 2019 e poi per un miliardo nel 2019.

L’ultimo puntino dell’identikit della nuova riscossion­e è arrivato con la manovrina. Secondo la relazione tecnica, la modifica sui pignoramen­ti potrebbe migliorare il tasso di efficacia delle azioni adottate prima di procedere all’espropriaz­ione. I dati del recente passato indicano che su quasi 370mila preavvisi di ipoteca o iscrizioni di ipoteca avviati tra il 2014 e il 2015 addirittur­a l’87% sia risultato infruttuos­o. Mentre sul restante 13% i debitori hanno pagato anche a rate con un valore medio riscosso pari a 12.300 euro. Decisament­e numeri che sembrano smentire il volto “cattivo” con cui viene percepita Equitalia presso l’opinione pubblica ma frutto di una serie di limitazion­i introdotte dal 2011 in poi quando la crisi ha iniziato a mordere e la difficoltà di pagare è andata via via crescendo. Fatto sta che la manovrina punta a un migliorame­nto della performanc­e sulle ipoteche. Conti alla mano il Governo punta a tagliare di un 10% il tasso di insuccesso di quelle che tecnicamen­te si chiamano azioni cautelari. Una percentual­e che però si tradurrebb­e – ipotizzand­o un volume di 230mila preavvisi o iscrizioni di ipoteche all’anno – in un incremento della riscossion­e annuo per poco più di 282 milioni di euro a regime. Attenzione però, perché per il 2017 bisogna mettere in conto almeno due fattori: la piena operativit­à della nuova regola da maggio in poi e la consideraz­ione che le procedure vanno riavviate adesso dopo la sospension­e dovuta all’operazione straordina­ria della rottamazio­ne può consentire per il 2017 un aumento più contenuto nell’ordine di circa 85 milioni di euro.

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