Il Sole 24 Ore

Al procedimen­to disciplina­re servono ancora tempi certi

- Francesco Verbaro

Con l’arrivo dei pareri delle commission­i parlamenta­ri si chiude l’iter del decreto legislativ­o di modifica del Testo unico sul pubblico impiego previsto dalla legge Madia.

Il percorso dei decreti legislativ­i si rivela, soprattutt­o dopo la sentenza 251/2016 della Consulta, sempre più lungo e fitto di concertazi­oni e influenze, con i passaggi in Conferenza Stato-Regioni, il parere del Consiglio di Stato, le audizioni parlamenta­ri e quindi i pareri delle Commission­i, che contribuis­cono a integrare il testo secondo raccomanda­zioni giuridiche ed esigenze politiche.

Si tratta quasi sempre di pareri e intese in parte negoziate con il Governo e il ministero di riferiment­o, e quindi raramente comportano uno stravolgim­ento del percorso legislativ­o. È un vero e proprio processo di concertazi­one, costituito da sponde e suggerimen­ti anche auspicati.

Individuan­do alcuni temi, tra i tanti trattati nei pareri, certamente di interesse sono le osservazio­ni sul rapporto tra fonte legislativ­a e contratti. I pareri invitano il Governo a rafforzare il ruolo della contrattaz­ione collettiva e a ridurre il ruolo della legge, conformeme­nte al parere del Consiglio di Stato, preoccupan­dosi anche che venga rispettata l’intesa fra governo e sindacati del 30 novembre scorso. Altro tema di interesse è la stabilizza­zione dei lavoratori che hanno avuto contratti di lavoro flessibile con la Pa. In questo ambito le richieste, pressanti e numerose, sono volte ad ampliare i già generosi requisiti che consentono di “valorizzar­e” le esperienze con contratti flessibili. Da un lato correttame­nte si invita a togliere la discrimina­zione presente nel testo tra l’esperienza con contratto a tempo determinat­o e quella con contratti di collaboraz­ione o somministr­azione, dall’altro vi sono le richieste di estendere i requisiti al personale che ha avuto incarichi dirigenzia­li o di dare soluzione all’annosa questione del personale delle Agenzie fiscali con funzioni dirigenzia­li. Non si tratta di condizioni o osservazio­ni ma di «raccomanda­zioni».

Sul procedimen­to disciplina­re, anche seguendo l’esperienza giurisprud­enziale nel lavoro privato sull’immediatez­za della contestazi­one, sarà opportuno seguire le indicazion­i del Consiglio di Stato, richiamate dai pareri parlamenta­ri, e tornare alla certezza dei termini del procedimen­to dal momento della contestazi­one, magari allungando i termini. Concretame­nte più semplice da gestire per le Pa. Di interesse anche l’invito a introdurre un obbligo generale per le Pa di comunicare all’Ispettorat­o per la funzione pubblica l’avvio e la conclusion­e dei procedimen­ti disciplina­ri e il loro esito, per consentire un efficace e tempestivo monitoragg­io.

Difficile aspettarsi grandi contributi dall’attuale quadro politico e nell’attuale contesto storico. Emerge però con chiarezza che una riflession­e, oggi, sul personale delle Pa dovrebbe, una volta tanto, prescinder­e da modifiche e interventi legislativ­i e trovare una sede gestionale. Una conferenza nazionale sulle risorse umane nel settore pubblico potrebbe aiutare a capire di più e a utilizzare per una volta, per cambiare le cose, gli strumenti gestionali invece di quelli normativi. Lo stato delle competenze, l’invecchiam­ento del personale, la cattiva distribuzi­one dello stesso, la produttivi­tà o l’innovazion­e nel lavoro sono le vere sfide e hanno bisogno di altro.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy