Gli emergenti d’Europa nel traffico cargo
Da Budapest al Lussemburgo, da Varsavia a Mosca cambia la mappa degli scali per le merci
pFrancoforte, Parigi, Amsterdam e Londra. Le teste di serie degli aeroporti europei più gettonati per il traffico merci restano le stesse, e certo per volume di container movimentati rimangono irraggiungibili. Se però, invece che alla classifica per valore assoluto, si guarda al tasso di crescita del traffico cargo in Europa, ecco che si disvela la mappa degli snodi emergenti.
Tra gli hub più effervescenti, a onor del vero, c’è anche Milano Malpensa, che nel 2016 ha visto crescere il proprio traffico merci del 7,4%, ben al di sopra della media continentale del 4,4. Quello meneghino oggi è l’ottavo scalo più trafficato del Continente. Ma non può dormire sugli allori: perché la concorrenza avanza, forte delle rotte intercontinentali provenienti soprattutto da Est, e grazie agli investimenti infrastrutturali si aggiudica una quota crescente del traffico.
Più di Malpensa, per esempio, l’anno scorso è cresciuto lo scalo del Lussemburgo: +8,7% (e una portanza di oltre 250mila tonnellate di merci in più all’anno rispetto a Milano). Su questo aeroporto ha scommesso la Qatar Airways, che ha quasi triplicato le sue rotte settimanali sul Lussemburgo, eleggendolo a suo hub per l’Europa. Emirates SkyCargo, invece, a partire dal mese prossimo inizierà a operare dallo scalo lussemburghese grazie all’accordo con il gigante locale Cargolux. Allo stesso tempo, la società aeroportuale che governa lo scalo lavora alla realizzazione di quattro nuove aeree di parcheggio per i Boeing che saranno operative entro la metà del 2018.
Sono molte le compagnie aeree dei paesi emergenti che stanno investendo sugli scali cargo europei. Ethiopian Airlines non ha guardato solo a Malpensa (si veda l’analisi a fianco), ma anche a Liegi, uno scalo merci da 100mila tonnellate all’anno in più di Milano. I russi di AirBridgeCargo hanno scommesso su colossi come Francoforte e Amsterdam - rispettivamente primo e terzo scalo merci in Europa - tanto da essere diventati l’anno scorso il secondo player cargo per ciascun aeroporto, dietro soltanto a Klm e Lufthansa. A Heathrow, infine, le autorità portuali hanno dichiarato che tutto il guadagno di traffico cargo registrato nel 2016 è dovuto alle rotte su Hong Kong, Cina e Vietnam.
Accanto agli investimenti degli emergenti sugli scali tradizionali, ci sono gli scali emergenti tout court. Tutti concentrati nell’Est europeo, a dimostrazione del ruolo strategico che questa area del continente si sta sempre più ritagliando dal punto di vista logisti- co, sulla tratta Europa-Asia.
Gli occhi degli operatori sono puntati soprattutto su Budapest, uno scalo merci che movimenta un nono delle merci di Malpensa ma che secondo dati dell’Airport Council International nel 2016 ha messo a segno una crescita di oltre il 18%. E sta investendo sul proprio futuro: entro quest’estate verranno completati due nuovi edifici che espanderanno la capacità logistica dello scalo di altri 16mila metri quadrati; inoltre, sono stati avviati i lavori preparatori per realizzare una vera e propria Cargo City presso il Terminal 2, alla quale si sono già dette interessate Turkish Cargo, Qatar Airways e il colosso lussemburghese Cargolux.
In Polonia lo scalo cargo di Varsavia l’anno scorso è cresciuto del 24%, mentre l’Aiib (il braccio armato finanziario della Cina per il suo maxi-progetto One Belt One Road) ha già dato la propria disponibilità a cofinanziare la costruzione di un nuovo aeroporto. A Mosca lo Sheremetyevo ha messo a segno un +30% nella movimentazione merci e soprattutto ha cominciato la costruzione di un nuovo complesso cargo che a regime sarà in grado di gestire una mole di 380mila tonnellate aggiuntive all’anno (oggi dallo scalo ne transitano 182mila). Anche Atene, nel suo piccolo, si sta ridisegnando un ruolo: dopo i maxi-investimenti cinesi sul porto del Pireo, ora anche il suo aeroporto merci guarda al futuro, e già l’anno scorso ha saputo crescere di oltre il 10 per cento.
L’ESPANSIONE A EST Il 2016 è stato un anno più che positivo per gli aeroporti di Polonia, Ungheria, Russia e anche Grecia