Lannutti: costi troppo elevati, rendimenti che non ci sono
Il senatore M5S: stop alle rendite di posizione basate su presunzioni di rendimenti che non si avverano mai
«Stop alle rendite di posizione basate su presunzioni di rendimenti che non si avverano mai. Negli ultimi anni abbiamo assistito al boom del risparmio gestito con le banche che hanno venduto ai clienti alcune tipologie di fondi comuni tra i più costosi al mondo». Esordisce così il senatore del M5s, Elio Lannutti, per esprimere il suo parere sull’onerosità dei prodotti e dei servizi finanziari. «I rendimenti si sono via via assottigliati non solo per le condizioni di mercato – prosegue Lannutti –, ma anche per commissioni di gestione sempre più alte che vanno a remunerare tutta l’industria del risparmio gestito, dal confezionatore al distributore dei prodotti. Al risparmiatore resta ben poco».
A quale tipologie di fondi fa riferimento?
Il risparmio gestito ha seguito la via dell’opacità per crescere. I gestori hanno proposto sempre più prodotti sofisticati, trascurando semplicità e trasparenza. Mi riferisco soprattutto ai fondi a cedola, ideati con le stesse logiche delle tante vituperate obbligazioni strutturate e polizze index linked. Un successo commerciale spiegato dalle elevate provvigioni che le reti di vendita riescono a portare a casa subito con questi prodotti.
Negli ultimi 18 mesi c’è stato anche il traino dei Pir.
I Piani individuali di risparmio non mi convincono. I costi sono alti e non vorrei che in futuro riservassero qualche brutta sorpresa. E alle Pmi per il momento sono arrivate solo le briciole dei miliardi raccolti dalle Sgr.
Adesso arriveranno anche i Cir, Conti individuali di risparmio, per incentivare l’investimento in titoli di Stato. Cosa ne pensa?
Cambia il denominatore, ma il prodotto non cambia. Occorre stare molto attenti nel definirli. Non bisogna lasciare spazi alle banche di strutturare fregature per i clienti.
Da fine anno la direttiva Mifid2 chiede agli intermediari di fornire un rendiconto dettagliato dei costi reali sostenuti da ogni singolo cliente. Gli intermediari, però, stanno cercando di celare il più possibile queste informazioni, come è emerso nell’inchiesta pubblicata ieri su Plus24. Stanno tergiversando per provare ad annacquare queste informazioni, giocando di sponda anche con le authority. Da anni si parla di Mifid2 e i modelli di questi documenti non sono ancora pronti. I risparmiatori devono avere la possibilità di toccare con mano quando pagano per ogni singola proposta di investimento. Ad ognuno dovrà essere presentato il suo specifico conto, per controntare in valore assoluto costi e rendimenti. E se l’investimento si chiude per di più in perdita, non è accettabile un eccesso di costi.
Informazioni sempre più dettagliate che spesso non sono note neanche al consulente dietro lo sportello, pressato a vendere determinati prodotti solo per fare budget.
Anni fa avevo proposto di inserire nel contratto collettivo dei bancari un articolo per tutelarli dalle pressioni che ricevono dall’alto per vendere prodotti truffaldini con sistemi incentivanti. Per chi non fa i numeri arrivano anche le minacce.
E i sindacati?
Non si sono battuti come dovevano. Su questofronteleorganizzazionisindacali dovrebberofareunesamedicoscienza.
á@g_ursino