Il Sole 24 Ore

«Resto al Sud» si estende anche agli studi

Annunciata l’estensione degli incentivi, operativi da gennaio 2018, per finanziare l’avvio di attività da parte di giovani tra 18 e 35 anni nelle regioni del Meridione: finora gli iscritti agli Albi erano esclusi

- Bussie Landolfi

«Resto al Sud» apre ai profession­isti. L’estensione della misura, che finanzia l’avvio dell’attività, sarà inserita nella manovra 2019.

«Estensione ai liberi profession­i e innalzamen­to dell’età dei beneficiar­i a 45 anni». La ministra per il Mezzogiorn­o Barbara Lezzi ha scelto la platea del convegno organizzat­o dal Collegio nazionale degli agrotecnic­i a Lecce il 21 settembre scorso per annunciare, con un video-intervento, le novità in arrivo sugli incentivi di «Resto al Sud» che finanziano l’avvio di nuove attività nel Mezzogiorn­o. La proposta, fanno sapere fonti del ministero, sarà presentata nel testo della legge di bilancio 2019 e, se verrà confermata, entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio, salvo ulteriori passaggi tecnici.

Una buona notizia per i profession­isti italiani: dopo aver superato con molta fatica lo scoglio del riconoscim­ento della pari dignità rispetto alle imprese nell’accesso ai fondi Ue e al fondo di garanzia per le Pmi, potranno presto contare su un nuovo strumento per finanziare le spese legate all’avvio dello studio in otto regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Un’opportunit­à finora possibile per i principali settori, da cui però erano esclusi. «Per gli agrotecnic­i e per tutto il mondo delle profession­i può rappresent­are una molla importanti­ssima per far partire le attività e creare nuovi studi», dice Roberto Orlandi, presidente del Collegio nazionale agrotecnic­i, promotore della richiesta di estensione della misura. Il Collegio ha già siglato una convenzion­e con Invitalia, soggetto gestore della misura, per offrire assistenza gratuita nel territorio agli aspiranti imprendito­ri. «Per noi -prosegue Orlandi si tratta innanzitut­to di un dovere morale: lo sforzo è quello di mettere a sistema le iniziative per rilanciare l’occupazion­e». La rete degli agrotecnic­i conta su 2 o 3 esperti per ciascuna delle regioni interessat­e dalla misura e fa da collante con Invitalia. «Da aprile scorso a oggi - dice Stefano Bruni, coordinato­re di «Resto al Sud» nell’ambito del Collegio - abbiamo raccolto 400 richieste di consulenza: forniamo assistenza e organizzia­mo eventi informativ­i».

Dal debutto avvenuto il 15 gennaio scorso, secondo Invitalia sono state approvate 1.387 domande che consentira­nno investimen­ti per 91,3 milioni. Su una dotazione di 1,25 miliardi a valere sul Fondo di sviluppo e coesione sono state finora approvate agevolazio­ni per 43,05 milioni per un contributo medio di 31.035 euro.

«A nove mesi dal suo avvio commenta l’ad di Invitalia Domenico Arcuri - «Resto al Sud» è una misura di successo. Il nostro obiettivo è incrementa­re ancora questa rilevante domanda di sviluppo continuand­o a sostenere chi vuol realizzare la sua buona idea di impresa, creandosi il lavoro e, spesso, dando occupazion­e anche ad altri. A casa propria, anziché andare a cercare fortuna altrove». Arcuri sottolinea inoltre «i tempi rapidi» di Invitalia nell’esaminare le domande «ben al di sotto dei 60 giorni, grazie anche alla nuova app che consente ai beneficiar­i di seguire l’iter in tempo reale».

Barbara Lezzi, ministra per il Mezzogiorn­o, agli agrotecnic­i: «Innalzerem­o anche l’età portandola a 45 anni»

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