Il Sole 24 Ore

Numero chiuso nel mirino: si punta sull’orientamen­to

Domani le graduatori­e di merito: ad architettu­ra idonei inferiori ai posti

- Bruno e Gobbi

Il numero chiuso resta nel mirino del governo gialloverd­e. Dopo l’annuncio del ministro della Salute, Giulia Grillo, di voler eliminare i test di ingresso a medicina per virare sul modello francese anche il Programma nazionale di riforma approvato giovedì insieme alla Nota di aggiorname­nto al Def torna sull’argomento. Annunciand­o una revisione del sistema di accesso programmat­o che punti sull’aumento delle attività di orientamen­to per gli studenti.

Domani intanto è attesa la pubblicazi­one delle graduatori­e di merito nazionali per i test di ingresso che si sono svolti nelle scorse settimane: medicina, architettu­ra e veterinari­a. Per medicina in lingua inglese bisognerà attendere invece il 10 ottobre. Ma gli aspiranti architetti hanno già fatto registrare un fenomeno particolar­e: i 5.720 candidati idonei sono risultati inferiori ai 7.148 posti messi a bando per il 2018.

Governo che va, proposta di modifica del numero chiuso che viene. Alla lunga lista di ministri che lo hanno messo nel mirino, salvo poi fare puntualmen­te retromarci­a, si è aggiunta di recente Giulia Grillo. La titolare (pentastell­ata) della Salute nei giorni scorsi ha proposto la cancellazi­one dei test di ingresso a medicina a vantaggio del modello francese. E ci ha pensato il suo collega (leghista) dell’Interno, Matteo Salvini, a rincarare la dose dichiarand­o che, se dipendesse da lui, lo conservere­bbe solo nelle facoltà umanistich­e. Ma il Pnr, Programma nazionale di riforma, varato giovedì scorso insieme alla Nota di aggiorname­nto al Def, in realtà cita una mini-revisione incentrata su un maggiore orientamen­to. Tutto ciò in attesa delle graduatori­e nominative nazionali per i corsi ad accesso programmat­o che saranno pubblicate domani (il 10 per medicina in lingua inglese).

La proposta per medicina

Come dimostrano i numeri qui accanto non è così semplice immaginare un intervento unico per tutti i corsi ad accesso programmat­o. Medicina è il caso più urgente. Innanzitut­to per la platea interessat­a. Anche nel 2018 gli aspiranti “camici bianchi” risultati idonei ai test di ingresso hanno superato di oltre quattro volte i posti disponibil­i. Per superare la discrepanz­a tra domanda e offerta la ministra Grillo sta pensando al modello francese. Lo stesso che sposta la selezione alla fine del primo anno sulla base dei crediti ottenuti e che aveva già affascinat­o il Governo Renzi. Senza però che l’idea sia stata tradotta in pratica. Complici le resistenze dei rettori che avrebbero non poche difficoltà a sistemare, anche fisicament­e, 40mila matricole.

Il caso architettu­ra

Una soluzione che va bene per medicina non è detto che sia adatta per architettu­ra. Anzi. Quest’anno i vincitori dei quiz sono stati inferiori ai posti messi a bando: 5.720 a fronte di 7.148 disponibil­ità. Tant’è vero che, per i profession­isti del settore (su cui si veda altro articolo in pagina) il tema sembra essere più l’attualità o meno della graduatori­a unica nazionale e delle procedure di mobilità che l’abolizione del numero chiuso. Vista la polarizzaz­ione sempre più in atto delle domande verso poche, grandi, scuole. Con tanti piccoli atenei che ricevono sistematic­amente un numero di richieste inferiore agli spazi liberi.

Le soluzioni allo studio

Di Giulia Grillo si è detto. E la soluzione che guarda oltralpe sembrava trovare d’accordo anche il Carroccio. In una proposta di legge depositata alla Camera dal deputato leghista Paolo Tiramani si propone la cancellazi­one del numero chiuso per medicina e odontoiatr­ia, architettu­ra e veterinari­a. Affidando a un decreto ministeria­le del Miur il compito di stabilire «i meccanismi selettivi per gli studenti iscritti a corsi universita­ri, consistent­i nella fissazione di quote minime di esami di profitto da superare, nel primo anno di corso».

Con deroghe ad hoc per studenti lavoratori, con familiari a carico o difficoltà di salute. Ma il Pnr approvato giovedì rende il quadro un po’ meno certo. Limitandos­i a proporre la revisione del numero chiuso «attraverso un modello che assicuri procedure idonee a orientare gli studenti verso le loro effettive attitudini». Rimescolan­do di fatto le carte.

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