L’immobile con il certificato Leed si affitta in fretta e vale di più
Superfici viene «prenotata» sulla carta. Il prezzo di un edificio con il bollino aumenta tra il 7 e l’11%
Gli immobili certificati Leed vengono affittati, per oltre la metà delle superfici, già “sulla carta”. Nel resto del mercato la percentuale di “pre-locazione” è del 10%. La quota sale all’80% entro i primi sei mesi di vita e a 30 mesi meno del 7% risulta sfitto, contro oltre il doppio del patrimonio privo di certificazione. I dati provengono da un’indagine condotta da Rebuild in collaborazione con Cbre e Gbci Europe su un campione di 55 interventi terziari – 30 Leed e 25 no, tutti a Milano in zona Centro e Garibaldi-Repubblica, per oltre 500mila mq – e sarà presentata domani nella sede di Assolombarda.
È la dimostrazione di come ormai – anche in Italia, o almeno in un mercato maturo come quello milanese – lo standard Leed sia un elemento di qualificazione di un’azienda, per chi vuole investire in un workplace di qualità. «In alcuni contesti gli edifici che non rispondono ai canoni di un protocollo di certificazione non hanno appeal sul mercato», commenta Marco Caffi, direttore di Gbc Italia, l’ente di riferimento per la certificazione Leed che nel 2009 ha allineato il sistema di rating internazionale al nostro status normativo. L’effetto della certificazione incide, in modo diretto anche sul valore dei beni. «L’aumento riconosciuto per un edificio certificato Leed è tra il 7 e l’11%» conferma Ezio Micelli, professore allo Iuav di Venezia e presidente del Comitato scientifico di Rebuild.
Leed – protocollo di certificazione volontaria nato negli Stati Uniti nel 1993 su iniziativa dello Usgbc (United States Green Building Council) – viene scelto in primis per la riconoscibilità a livello mondiale. Attualmente certifica lo spazio di vita e di lavoro di oltre 300mila italiani. Sommando la superficie degli edifici certificati o in corso di certificazione si raggiungono quasi 10 milioni di mq per un totale di 542 progetti (223 hanno già ottenuto il sigillo). Lo standard interagisce sull’intero processo di costruzione o riqualificazione di un edificio, dalla progettazione al successivo mantenimento. Non viene preso in esame solo il piano strettamente edilizio: una struttura viene valutata anche per la posizione, l’accesso alle reti, l’usabilità e la sostenibilità rispetto alla gestione delle risorse o al comfort degli utenti. Maggiore è l’attinenza alle prescrizioni, più alto sarà il punteggio ottenuto (fino ai livelli Gold e Platinum). Esistono diverse formulazioni di Leed a seconda della tipologia: nuova costruzione (Building Design + Construction), immobile esistente (Building Operations + Maintenance), abitazione (Home), area urbana (Neighborhood Development), città (Leed for Cities). Uno dei vantaggi quando si affronta un cantiere Leed è avere un esperto in squadra: sono quasi 400 i professionisti italiani Leed Ap o Green Associated (che vantano un titolo specifico come consulenti). Il sigillo viene rilasciato sempre a livello centrale, dall’ente americano. «Nonostante il protocollo si sia evoluto nel tempo – prosegue Caffi – e la versione iniziale sia stata aggiornata, con un progressivo innalzamento della complessità e degli obiettivi richiesti, si sono moltiplicati i casi di certificazione. Dal punto di vista dell’utente finale i vantaggi di un edificio certificato si vedono a volte sul lungo termine. Un immobile costruito secondo lo standard consente, nella gestione ordinaria, correzioni che portano a tagliare traguardi di efficienza altrimenti impossibili».
Anche se stanno crescendo i casi nel residenziale, per il 90% gli immobili Leed sono destinati a terziario e retail. Solo per fare qualche esempio, a Milano tra i casi più recenti sono Leed lo Starbucks di piazza Cordusio, le torri di Citylife o molti edifici di Porta Nuova, la riqualificazione della Torre Sassetti, il complesso Habitaria Carlo Torre (primo “Platinum” per una residenza di La Ducale, società del gruppo Tecnocasa) . Fra le ristrutturazioni di qualità che vantano lo standard, inaugurerà sabato 6 ottobre a Peschiera Borromeo la sede Dhl nello spazio rinnovato dell’Innovation Campus Milano, progettato dagli architetti Ricardo Flores ed Eva Prats di Barcellona e che, nel 2011, era già stato uno dei primi casi di applicazione Leed nel nostro Paese. A Torino espongono il sigillo il grattacielo di Intesa Sanpaolo e la Nuvola di Cino Zucchi per Lavazza; a Bologna il Centro agroalimentare Fico.
A Milano
La prima sede di Starbucks in Italia, inaugurata a inizio settembre nell’ex palazzo delle Poste di Piazza Cordusio, è certificata Leed Gold
Sono 223 le strutture certificate e 319 quelle che hanno iniziato l’iter per un totale di quasi 10 milioni di mq
ReMax, tra i leader delle compravendite immobiliari, ha scelto 24Finance per dare vita a una società di intermediazione creditizia dedicata, completamente al servizio delle proprie agenzie. La nuova realtà si chiama 24Max ed è partecipata al 49% da 24Finance, al 46% da Proximm (licenziataria per l'Italia del marchio Re/Max) e per il 5% da soci di minoranza.
Il fulcro dell’iniziativa è che nelle maggiori agenzie ReMax sarà presente stabilmente il mediatore creditizio 24Max con un proprio corner, con l’obiettivo di migliorare il servizio verso i clienti che necessitano di un mutuo e soprattutto di accorciare i tempi delle trattativa. «Dobbiamo introdurre un principio nelle agenzie: far capire ai clienti che uno screening preliminare sulla propria reale capacità creditizia è fondamentale e andrebbe condotto prima ancora di effettuare la prima visita ad un immobile. Con questa nuova struttura lo possiamo fare in tempi rapidissimi, offrendo nel contempo una vasta scelta grazie a nuovi accordi che stiamo stipulando con le banche» ha spiegato Riccardo Bernardi, che da ad di ReMax Corporate assume ora il ruolo di responsabile dello sviluppo di 24Max. A regime, si stima entro il 2023, i mediatori affiliati saranno 200 ed è già aperta la ricerca dei nuovi profili da inserire.
Prenderà il via il 18 ottobre il master in Estimo e valutazione immobiliare del Mip del Politecnico di Milano, a conferma dell’importanza crescente che questa professione si sta ritagliando nel panorama immobiliare (vedi .Casa dell’11 giugno).
Sono state riaperte le iscrizioni al master di secondo livello – costo di 12.500 euro per 1.500 ore – che sotto la direzione del professor Giampaolo Rosati si propone di fornire «un livello di conoscenza professionale e competenza sufficienti a svolgere in modo adeguato le valutazioni immobiliari ad ogni livello e scala, la cui correttezza – si legge nel bando del Politecnico – non rappresenta più solo un elemento di vigilanza prudenziale bensì diventa un elemento essenziale della disciplina civilista». Il riferimento saranno gli standard internazionali, a partire dalla la Norma Uni 11558. Tra i temi trattati economia dei mercati immobiliari, fiscalità e sistema catastale, certificazione ambientale, statistica e matematica finanziaria, scienza e tecnica delle costruzioni.
Assoedilizia, tra i partner dell’iniziativa, sottolinea come ci sia bisogno di valutatori affidabili per sciogliere il nodo dei crediti immobiliari deteriorati (Npl) e per sbloccare le aste «che spesso, proprio a causa di una errata valutazione del prezzo, conducono a svendite che danneggiano sia il creditore che il debitore».