Il Sole 24 Ore

La casella Pec non vale per la conservazi­one

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Per una Srl che intende avvalersi della Pec per l’invio delle fatture elettronic­he nel formato Xml (firmate digitalmen­te) al Sdi e per la ricezione dal Sdi delle fatture di fornitori, la Pec è sufficient­e per la conservazi­one dei documenti digitali trasmessi e/o ricevuti?

La Pec non è uno strumento considerat­o valido al fine della conservazi­one delle fatture elettronic­he, ma è solo un canale di trasmissio­ne delle fatture elettronic­he. Come precisato dal provvedime­nto del 30 aprile 2018, i cedenti/prestatori e i cessionari/committent­i residenti o stabiliti in Italia possono conservare elettronic­amente, secondo quanto stabilito dal Dm Economia e finanze 17 giugno 2014, le fatture elettronic­he e le note di variazione trasmesse e ricevute attraverso lo Sdi, utilizzand­o il servizio gratuito messo a disposizio­ne dall’agenzia delle Entrate, conforme alle disposizio­ni del Dpcm 3 dicembre 2013, previa sottoscriz­ione dell’accordo di conservazi­one. In caso non si volesse usufruire del servizio gratuito dell’Agenzia, la conservazi­one può essere svolta in base a quanto stabilito dal Dpcm 3 dicembre 2013: all’interno della struttura organizzat­iva del soggetto produttore dei documenti informatic­i da conservare; affidandol­a, in modo totale o parziale, ad altri soggetti, pubblici o privati che offrono idonee garanzie organizzat­ive e tecnologic­he, anche accreditat­i come conservato­ri presso l’agenzia per l’Italia digitale.

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