Il Sole 24 Ore

Pensioni, quota 100 con tre finestre, si parte ad aprile

È caccia alle coperture. Altre misure a rischio slittament­o Ipotesi «taglia-Rc auto»

- Marco Rogari

Decreto fiscale e documento programmat­ico di bilancio scaldano i motori. Il decollo è fissato per lunedì mentre per la legge di bilancio i tempi saranno più lunghi (il varo è atteso entro il 20 ottobre), come ha confermato il sottosegre­tario alla Presidenza Giorgetti. Anche perché la quadratura del cerchio per le coperture è ancora da trovare. Mancherebb­ero all’appello non meno di 3-4 miliardi e, con il trascorrer­e dei giorni, il rischio di slittament­o di qualche mese diventa sempre più elevato per molte misure.

La cortina di nebbia si alzerà necessaria­mente tra 48 ore con la presentazi­one del Dpb, su cui si dovrà pronunciar­e Bruxelles, che conterrà la sintesi dei principali interventi della manovra e il loro valore in termini di Pil rivelandon­e quindi anche la durata su base annua. Per reddito di cittadinan­za e pensioni la nuova road map indica già una deadline precisa: il prossimo mese di aprile. Il superament­o della riforma Fornero con quota 100 sarà realizzato facendo leva su tre finestre l’anno (una ogni 4 mesi). E la prima si aprirebbe appunto ad aprile. Come anticipato dal Sole 24 Ore, si va verso un rifinanzia­mento di opzione donna (uscita anticipata con il ricalcolo contributi­vo) e Ape social, concepita dai governi Renzi e Gentiloni, che però potrebbe essere agganciata al fondo esuberi per agevolare i pensioname­nti nei casi di crisi aziendale. Il meccanismo di quota 100 è quello noto: soglia minima di 62 anni di età e 38 anni di contributi. Con il crescere dell’età anagrafica salirà anche la quota (101, 102 e via dicendo) fino al raggiungim­ento del requisito dei 67 anni. Resta da capire se il pacchetto previdenzi­ale sarà accompagna­to da una pace contributi­va a maglie larghe, non solo limitata ai “buchi” nella carriera lavorativa ma estesa a more e sanzioni legate al mancato versamento di tutti i contributi (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).

Ancora ieri questa ipotesi era gettonata. Molto dipenderà dalle risorse disponibil­i alla fine dell’istruttori­a tecnica che i vari ministeri stanno conducendo insieme al Mef con tanto di tavoli tematici. Da Addis Abeba il premier Conte esclude che possano spuntare modifiche «significat­ive» alla manovra, che è già «stata elaborata, mediata e studiata». Continuano però a rincorrers­i le voci su un ampliament­o del Fondo centrale di garanzia delle banche anche per reggere a un eventuale urto dei mercati, ma il Governo smentisce. Il vicepremie­r Di Maio fa sapere che è al lavoro per abbassare premi Rc auto giudicati «indecenti in alcune zone d’Italia». Sulle tensioni tra esecutivo e Authority, il presidente dell’Upb Pisauro sottolinea di non aver bocciato la manovra ma di non aver «validato» la previsione di crescita: «Noi avvisiamo di cosa succede compiendo certe scelte».

Intanto sempre nel cantiere di manovra e collegati Di Maio rilancia il capitolo Comuni. Rivendica lo sblocco degli «avanzi» (i risparmi bloccati dal pareggio), anche se per il momento vale molto meno dei 2 miliardi indicati dal leader M5S (la copertura 2018 è 140 milioni). E conferma il progetto di riforma del dissesto (anticipato sul Sole 24 Ore del 1° ottobre) con la creazione di una struttura «bad» da affidare alla gestione commissari­ale mantenendo in vita gli organi politici per la gestione ordinaria. Sul modello di quanto accaduto a Roma.

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