Fondo garanzia, la dote scende a 735 milioni
I 300 milioni aggiuntivi in realtà sono ricavati da fondi già deliberati dal Cipe
Nel percorso delle bozze verso Palazzo Chigi, il Fondo di garanzia Pmi perde 300 milioni. Nell’attuale versione del decreto fiscale che dovrebbe essere approvato lunedì dal consiglio dei ministri, il rifinanziamento dello strumento che facilita il credito alle piccole imprese ammonta complessivamente a 735 milioni.
Negli incontri tecnici che si erano svolti nei giorni scorsi, anche con i rappresentanti del Fondo e del suo comitato di gestione, si era parlato di 1 miliardo. La differenza, a leggere la bozza, starebbe nei 300 milioni a valere sul Fondo sviluppo coesione (Fsc) programmazione 2014-2020 che inizialmente dovevano essere aggiuntivi rispetto ai 735 milioni. La bozza li indica invece come parziale copertura dello stanziamento.
Se fosse confermata questa versione, la norma sul Fondo di garanzia Pmi prevederebbe dunque una “dote” nuova limitata a 435 milioni. I 300 milioni a valere sull’Fsc, infatti, erano già stati destinati al Fondo da una delibera Cipe alla fine del 2017 ma non sono stati ancora versati. Si tratterebbe in altre parole di una riassegnazione, un “trasferimento” della disponibilità sul prossimo anno.
Le cifre in gioco, secondo i tecnici che gestiscono il funzionamento del Fondo, non sarebbero sufficienti per garantire la piena attività nei prossimi anni. Negli allegati al Def, basandosi sul trend di crescita delle domande e dell’importo garantito negli ultimi anni, si osserva che per assicurare la piena operatività del Fondo «fino al 31 dicembre 2020 sarebbe necessario un fabbisogno finanziario aggiuntivo per un ammontare complessivo pari a 2,7 miliardi, di cui 1,1 miliardi per il 2019 e 1,6 miliardi per il 2020».
La risoluzione di maggioranza sul Def, approvata giovedì dalle Camere, considera il rifinanziamento del fondo uno «strumento imprescindibile per sostenere l’accesso al credito delle realtà produttive di minori dimensioni».
Gli ultimi dati elaborati da Mediocredito Centrale (gruppo Invitalia), mandataria del gruppo di banche che gestisce il fondo, segnalano dall’inizio del 2018 circa 93mila domande accolte, per 13,8 miliardi di euro di finanziamenti e importi garantiti per 9,7 miliardi. Tra gennaio e settembre le imprese garantite sono state 63mila e il finanziamento medio garantito si è attestato a circa 148mila euro. L’industria presenta il numero più elevato di domande ammesse, pari a circa il 42% del totale. Seguono il commercio con il 39% e i servizi (18,5%).
La maggioranza delle operazioni accolte riguarda micro-imprese (58% del totale), cui seguono quelle di piccola dimensione (33%) e le medie (9%).