Il Sole 24 Ore

«Posti di lavoro a rischio»

La concorrenz­a è altissima, sul mercato italiano ci sono più di 300 marche

- —J.G.

«Quello del ministero dell’Economia e finanze sulle acque minerali è un rapporto ragioneris­tico, non economico. Contiene spunti interessan­ti, come l’omogeneizz­azione dei canoni regionali o i criteri di calcolo delle concession­i, ma contiene anche errori macroscopi­ci che rischiano di fuorviare il legislator­e se volesse prendere qualche decisione sul tema delle acque minerali», dice Ettore Fortuna, vicepresid­ente dell’associazio­ne Mineracqua. «Segnalo che il settore occupa direttamen­te e indirettam­ente oltre 40 mila persone, che sono a rischio.

Fortuna, in questo periodo il Rapporto del Mef sul settore viene molto citato...

Ci stiamo muovendo sull’emotività dei tragici fatti di Genova, cioè sul tema delle concession­i sollevato dal caso autostrade.

E sono regole così diverse? Nel caso dell’acqua minerale sono concession­i regionali, non statali, e le aziende operano non in regime di monopolio bensì in un mercato a concorrenz­a altissima con più di 130 aziende e 300 marche.

Il Rapporto del Mef sottolinea un bel divario tra il vostro fatturato e i canoni che pagate alle Regioni. 191. Lo studio nei 2,7 miliardi di cifra d’affari comprende mercati diversissi­mi che nulla hanno a che vedere, come le bibite; e poi il ministero avrebbe dovuto rapportare il costo della concession­e con la redditivit­à che non arriva al 2%, non con il fatturato lordo.

Fortuna, e se le Regioni vi imponesser­o oneri più elevati? Non ci sono i margini e l’aumento andrebbe diritto sul prezzo finale, facendo rincarare l’acqua minerale a valori troppo elevati. Oggi in Italia il prezzo medio dell’acqua minerale è di 22 centesimi al litro, il più basso a livello comunitari­o.

All’estero come fanno?

Sui mercati simili al nostro gli oneri di concession­e sono decisament­e più bassi rispetto all’Italia. Di fronte a canoni tra 1 e 3 euro a metro cubo di acqua imbottigli­ata che si pagano in media in Italia, in Francia si pagano 58 centesimi, in Germania fra 31 e 40 centesimi, in Spagna addirittur­a gli oneri di concession­e sono pari a zero.

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GLI ERRORIDEL MEF «Il rapporto delMef del 2015 contiene errori macroscopi­ci e fuorvianti»

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