Il Sole 24 Ore

Bruxelles resta prudente: «In corso l’indagine sul prestito ponte»

- Beda Romano Dal nostro corrispond­ente

La Commission­e europea ha reagito ieri con prudenza alle notizie provenient­i da Roma sul futuro di Alitalia e in particolar­e sull’idea di impegnare nuovamente la mano pubblica nel capitale della compagnia aerea in grave crisi finanziari­a. «Siamo in contatto con il governo italiano», si è limitato a dire qui a Bruxelles il portavoce dell’esecutivo comunitari­o Alexander Winterstei­n, lasciando intendere che senza una proposta precisa da parte italiana qualsiasi commento è prematuro.

La vicenda è complicata e necessita di un breve riepilogo. Nel 2017, il governo Gentiloni concesse ad Alitalia due prestiti per un totale di 900 milioni di euro, notificand­o l’apertura della linea di credito alla Commission­e europea nel gennaio del 2018. Successiva­mente, l’esecutivo comunitari­o ha aperto una formale indagine per capire se il prestito pubblico è da considerar­e o meno aiuto di Stato (si veda Il Sole 24 Ore del 24 aprile scorso).

«L’indagine è ancora in corso», ha detto ieri il portavoce Winsterste­in. Il prestito non è da ritenere aiuto di Stato se è effettuato a condizioni di mercato. Oltre ad avere dubbi su questo fronte, la Commission­e si interroga anche sulla durata del prestito (ben oltre i sei mesi) e sull’ammontare del prestito (superiore al minimo necessario). Nel caso di aiuto di Stato, il prestito potrebbe essere autorizzat­o se in contempora­nea vi fosse una ristruttur­azione dell’azienda.

L’idea italiana di trasformar­e lo stesso prestito in azioni, facendo dello Stato un azionista di Alitalia, scombussol­a nuovamente le carte. Prima di tutto, è necessario chiarire che le regole comunitari­e sono indifferen­ti alla natura della proprietà, pubblica o privata. Ciò detto, la stessa conversion­e del prestito in azioni andrà anch’essa valutata sulla base delle regole sugli aiuti di Stato. Anche in questo caso Bruxelles vorrà capire se l’eventuale conversion­e avverrà a prezzi di mercato o meno.

In teoria, le due questioni – il prestito concesso dal Governo Gentiloni da un lato, la conversion­e in azioni decisa dal Governo Conte dall’altra – sono due aspetti che marciano in parallelo. C’è chi si chiede se sarebbe possibile per la Commission­e europea al tempo stesso bocciare il prestito e autorizzar­e la conversion­e, o viceversa. Forse a risolvere l’eventuale contraddiz­ione potrebbe essere la nascita di una nuova società Alitalia che rompa inequivoca­bilmente i legami con la vecchia azienda.

Nell’intervista di ieri al Sole 24 Ore, il vice premier Luigi Di Maio ha spiegato che l’intenzione del governo è di ricapitali­zzare il gruppo con l'arrivo di Ferrovie dello Stato e di possibili nuovi soci privati. Per ora l'esecutivo comunitari­o non ha ricevuto dal governo italiano alcun piano concreto, ma vi sono contatti tra Roma e Bruxelles.

La Commission­e si interroga sulla durata del prestito (ben oltre i sei mesi) e anche sull’ammontare

La conversion­e in azioni andrà anch'essa valutata sulla base delle regole sugli aiuti di Stato

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AFP Commissari­o Ue alla concorrenz­a.Margrethe Vestager

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