Chi perde paga le spese di lite
La prassi di compensarle può vanificare lo scopo di aver agito in giudizio
La compensazione delle spese di lite potrebbe tradursi in una violazione del diritto di difesa del contribuente: l’incidenza delle stesse, infatti potrebbe vanificare lo scopo di aver agito in giudizio per evitare un ingiusto pagamento. Ad affermare questi principi è la Cassazione con l’ordinanza 25594 depositata ieri.
Un contribuente impugnava un avviso di mora per il quale non era stata notificata la prodromica cartella di pagamento. Il giudice di primo grado disponeva la compensazione delle spese e sul punto il contribuente proponeva appello, lamentando un vizio di motivazione della sentenza.
Anche il collegio di seconde cure confermava la compensazione, precisando però che data la natura e il valore della controversia, non c’era la necessità di una esplicitazione delle ragioni giustificatrici, in quanto comunque desumibili dal contenuto stesso della decisione.
Il contribuente ricorreva così in Cassazione.
La Suprema Corte ha rilevato che al momento della decisione vigeva l’articolo 15 del Dlgs 546/92 che rinviava all’articolo 92, Codice di procedura civile, secondo il quale il potere discrezionale di disporre la compensazione parziale o totale delle spese di lite era subordinato o alla sussistenza della soccombenza reciproca o alla concorrenza di altri giusti motivi esplicitati nella motivazione. Nella specie, il contenuto della sentenza di appello non consentiva il controllo sulla congruità delle ragioni.
La Cassazione ha precisato che soprattutto nelle liti di modesto valore, l’incidenza delle spese potrebbe vanificare ciò che il ricorrente con la propria impugnazione voleva evitare, ossia il pagamento di somme non dovute. Secondo i giudici di legittimità, quindi, un’immotivata compensazione delle spese, si sostanzia con un pregiudizio concreto dell’esercizio del diritto di difesa costituzionalmente garantito (articolo 24, Costituzione).
La decisione è particolarmente importante, atteso che contrasta una prassi ormai costante di molte commissioni tributarie. La Suprema Corte ha chiaramente evidenziato che in caso di soccombenza integrale dell’Ufficio, la compensazione delle spese di lite si traduce in una violazione della legge costituzionale (il diritto di difesa) poiché, di fatto, esclude un giusto ristoro al contribuente che è stato costretto ad adire in giudizio per evitare un indebito pagamento di somme all’erario.