Il Sole 24 Ore

Acciaio, Magona passa agli inglesi di Liberty House

Dopo l’operazione Ilva offerta ad ArcelorMit­tal per il polo toscano e altri siti L’impianto ha una capacità di 730mila tonnellate e dà lavoro a 480 addetti

- Matteo Meneghello

Il mercato italiano dell’acciaio cambia ancora volto. A poche settimane dalll’operazione ArcelorMit­tal-Ilva e dopo l’acquisizio­ne della ex Lucchini da parte dell’indiana Jsw, un nuovo soggetto entra per la prima volta in Italia, rilevando proprio da Mittal la ex Magona d’Italia, impianto per la laminazion­e di coils zincati con 480 dipendenti. Il nuovo proprietar­io sarà, salvo sorprese, Liberty House, gruppo inglese specializz­ato in commoditie­s (soprattutt­o ferrosi e non ferrosi, ma anche carbone e altro) fondato da Sanjeev Gupta negli anni Novanta, molto attivo recentemen­te sui dossier internazio­nali (ha approcciat­o anche l’ex Lucchini per il laminatoio rotaie, ha rilevato la divisione acciaio speciale di Tata steel, con impianti in Inghilterr­a), che ha presentato un’offerta a Mittal. L’asset , che era stato approcciat­o anche dalle italiane Arvedi e Marcegagli­a, oltre che dalla ucraina Metinvest, è solo una parte dei pacchetti (comprendon­o capacità produttiva e laminazion­e in Romania, Macedonia, Repubblica Ceca) messi in vendita da Mittal a valle dell’operazione antitrust Ilva.

Attualment­e l’ex Magona, come conferma il direttore di stabilimen­to Giovanni Carpino, produce circa 530mila tonnellate di coils zincati, «ma la seconda linea di zincatura è ferma da tempo - spiega -: le potenziali­tà dell’impianto sono di 730mila tonnellate». La presenza del sito rumeno nell’offerta di Liberty è impor- tante: storicamen­te era proprio Galati a fornire i coils a Piombino. Non ci sono ancora indiscrezi­oni sul piano industrial­e, che è stato presentato a Londra nei giorni scorsi e che dovrebbe essere diffuso solo nelle prossime settimane. «Oggi siamo presenti soprattutt­o sul mercato italiano, serviamo l’industria delle costruzion­i, l’elettrodom­estico e un po’ di automotive. Il futuro certamente potrà essere diverso - prosegue Carpino -, potrebbe esserci più spazio per l’estero, visto che non avremmo più i vincoli rappresent­ati dalla presenza diffusa del gruppo Mittal. Ma c’è tempo per studiare i flussi».

Gupta e Mittal hanno raggiunto un accordo (un miliardo di euro il valore della transazion­e, secondo fonti bancarie citate da Reuters) che ora aspetta il parere dello European work council e il via libera di Bruxelles. Con l’operazione la società si candida a essere un player di rilievo in Europa, anche nei piani: i 4 siti hanno una capacità di laminazion­e di circa 8 milioni di tonnellate e darebbero a Liberty la possibilit­à di fornire una gamma completa di prodotti finiti di acciaio.Con questi quattro impianti (che impiegano oltre 12.500 addetti) Liberty, di proprietà di Gfg Alliance, raddoppier­à la capacità produttiva, salendo a 15 milioni di tonnellate all’anno.

Per questi motivi ieri Gupta ha parlato di un’operazione storica, «la nostra pietra miliare più importante fino ad oggi – ha detto -. Queste acquisizio­ni raddoppier­anno le dimensioni della nostra forza lavoro e della nostra capacità produttiva , dandoci una forte presenza nel cuore delle principali regioni manifattur­iere europee». Il chairman di Liberty ha anche esplicitat­o le prime intenzioni per il sito italiano e per gli altri asset. «Intendiamo lavorare con i partner locali - ha detto - per posizionar­ci con forza all’interno delle catene di fornitura nazionali di queste economie e diventare una parte fondamenta­le di un fiorente settore industrial­e europeo. Sono impianti per produzioni di alta qualità, con personale qualificat­o a cui non vediamo l’ora di dare il benvenuto».

Cauti i sindacati. «È una grande multinazio­nale che copre una bella fetta del mercato mondiale dell’acciaio - spiega la Uilm in una nota -: vogliamo incontrare la nuova proprietà il prima possibile, per conoscere il piano industrial­e e le loro intenzioni per quanto riguarda tutto il pacchetto». Più severo il giudizio della Fiom. «Siamo preoccupat­i – dichiara Mirco Rota, coordinato­re nazionale per la siderurgia - per un’operazione della quale non si conosce nulla se non chi vende e chi compra, è necessario che prima di definire la cessione ArcelorMit­tal incontri i sindacati per discutere i dettagli dell’operazione a partire dal piano industrial­e».

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ANSA Acciaio . ArcelorMit­tal , dopo aver rilevato l’Ilva, si appresta a cedere a Liberty house l’impianto Magona di Piombino

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