Il Sole 24 Ore

Strategie Pagamenti digitali: Poste sbarca nel Fintech con Postepay

Operativa la nuova spa dei pagamenti digitali . L’ad: «Saremo leader in Italia» La convergenz­a con Poste Mobile: i clienti potranno scambiarsi giga di ricarica

- Laura Serafini

Poste Italiane scalda i motori per assicurars­i una posizione in prima fila come operatore di Fintech quando sarà aperto l’”ultimo miglio” dei conti correnti bancari e postali. «Fiducia nel marchio Poste, forte posizionam­ento nei pagamenti digitali, capacità di innovazion­e e convergenz­a con la telefoniam­o bile ci consentira­nno di consolidar­e il ruolo di leadership che già oggi abbiamo raggiunto nei pagamenti digitali sia in termini di crescita di ricavi emargini, in media del 10%, che di transazion­i, pari al doppio della media di mercato», spiega al Sole24Ore Marco Siracusano, responsabi­le della divisione pagamenti, mobile e digital del gruppo dei recapiti.

Dal primo ottobre è operativa la nuova spa, Postepay, di cui il manager è ad, nata dalla fusione delle infrastrut­turedei pagamenti scorporate dal Bancoposta con Poste Mobile. Irica via fine giugno hanno raggiunto 307 milioni (+10,4% su giugno2017),l’ e bit da 113 milioni (+7%),18,6 milioni le carte Postepay(di cui 5,4 milioni le evoluti oncolleg atea un Iban ),550 milioni le transazion­i con le carte (+19%),2,2 milioni i “digital wallets” (+83,3%). Sarà l’intermedia­rio specializz­ato con il quale il gruppo intende solcare il mare del F in techch esi muoverà dal settembre 2019, quando la direttiva europea Psd2 prevede l’obbligo a carico di banche e delle stesse Poste di consentire l’operativit­à sui conti (leggi addebiti/accrediti) a soggetti terzi autorizzat­i dai clienti.

«Postepay potrà fornire servizi innovativi “captive” per il gruppo Poste racconta Siracusano - ma soprattutt­o potrà rivolgersi all’esterno, a clienti e aziende, fornendo servizi innovativi aggiuntivi con un’ offerta aggregata pagamenti e telefonia mobile. Un operatorei­brido F in techchen on ha uguali in Europa. Solo per fare un esempio: dal 2019 la carta bancomat non sarà più quella della banca in cui si ha il conto corrente, ma può essere quella di qualsiasi altro operatore autorizzat­o ». I numeriche sinora hanno prodotto in Italia i grandi play ero verthe top, come Amaz on, Samsung,App le sbarcati, nel mondo deipag amenti digitali lo scorso anno non sarebbero da capogiro: la transazion­isi sono fermate attorno a 300 mila.

Postepay ha in serbo anche un altro jolly che lancerà sul mercato prima della fine dell’ anno grazie a un’ idea innovativa brevettata da Po stelo scorso anno: i clienti della comunità («consideria­mo Postepay un ecosistema che è un driver per l’”inclusione” finanziari­a e digitale degli italiani », dice Siracusano) potranno scambiarsi tra loro non solo i soldi, ma anche i giga di ricarica dei telefoni. Una madre, ad esempio, potrà passare la ricarica del suo telefono al figlio senza movimenti di denaro.

La formula sulla quale il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha deciso di puntare, facendone il perno del piano Deliver 2022, scommette sulla convergenz­a tra tutti i suoi business, sia nella declinazio­ne tradiziona­le che in quella digitale. A fine giugno i clienti che ogni giorno eseguono operazioni finanziari­e negli uffici postali sono 1,5 milioni; quelli che eseguono transazion­i sul web el eappd iP ostepay, che repplic ano di fatto l’ufficio postale, sono arrivati a 1,4 milioni .« Ormai siamo alla parità tra ufficio fisico e virtuale-chiosa il manager -. Intendiamo andare oltre e puntiamo a crescere in tutte le forme di incassi da pagamenti. Le potenziali­tà sono elevate anchen el l’ e-com merce, che è convergenz­a tra spedizioni e pagamenti. Poste ha una quota del 30% del mercato della consegna dei pacchi e Postepay una quota del 25% nel mercato dei pagamenti per e-commerce».

In questa visione che ruolo assume Sia, la società partecipat­a al 15% Poste? La Cassa depositi e prestiti sarebbe interessat­aa cede real gruppo dei recapiti la sua quota del 35% in cambio di pagamento cash, ma in alternativ­a anche con un aumento di capitale riservato che farebbe aumentare il peso della società guidata da Fabrizio Palermo nel capitale di Poste. «Non prevediamo di accrescere la nostra quota-commenta Siracusano -. Il piano Del iv er 2022 prevedeva il lanci odi un segmento dei pagamenti rivolto al consumator­e e su questo ci stiamo concentran­do. Nulla è previsto nel piano per Sia, che èunim portante nostro fornitore, ma Poste rimane con una quota di minoranza. Del resto Postepaye Sia operano nello stesso segmento di business, ma con due finalità di diverse. Sia ha una base di clienti diversa: sono istituzion­i finanziari­e e banche centrali».

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