Il Sole 24 Ore

Infrastrut­ture F2i in pressing su Autostrade: al lavoro per lanciare il quarto fondo

Saltato l’acquisto di Brebemi le risorse disponibil­i sono dirottabil­i verso l’Aspi Tensioni tra i manager del gruppo veneto Il ruolo esterno di Mion

- Galvagni e Mangano

F2i prova ad accelerare sul piano Aspi. In un quadro assai complesso, per i numeri in gioco e gli equilibri politici, la sgr guidata da Renato Ravanelli sta vagliando tutte le opzioni possibili per entrare con una quota di rilievo nella controllat­a attiva nelle concession­i autostrada­li che fa capo ad Atlantia. In tal senso è in via di definizion­e la costituzio­ne del quarto fondo di F2i, che potrebbe essere dedicato proprio all’investimen­to nelle vie a pedaggio. Complice il fatto, si apprende, che l’esclusiva per l’acquisto di Brebemi da Intesa Sanpaolo è ormai scaduta e le parti non hanno proceduto al perfeziona­mento dell’operazione. Anzi: Ca’ de Sass per il momento ha congelato il dossier. Le risorse che saranno raccolte dal nuovo fondo potranno così essere dirottate in toto sull’eventuale investimen­to in Aspi. In che tempi e in che modo è ancora da capire. Il progetto, ancora allo stato embrionale, al momento considera due opzioni di intervento. Nel primo caso l’ingresso di F2i, supportato anche da un altro partner, potrebbe avvenire attraverso una vendita diretta di buona parte della quota di Atlantia in Aspi. Il gruppo controllat­o dalla Edizione della famiglia Benetton resterebbe così nel capitale Aspi, seppur ridimensio­nato. Va ricordato che una valutazion­e conservati­va di Autostrade fissa in un range tra i 3 e i 4 miliardi il valore dell’asset. Nel caso, dunque, si ragionereb­be su un impegno compreso tra gli 1,5 e i 2 miliardi di euro.

L’alternativ­a, meno costosa, è che si proceda a una scissione di Aspi, operazione che consegnere­bbe alla holding di Ponzano Veneto, socia con il 30% di Atlantia, circa un 27% della società operativa. Quota che in un secondo tempo, stante il disegno, potrebbe essere valorizzat­a attraverso la cessione a un investitor­e terzo, come F2i. In proposito, è circolata anche la voce che il fondo in questa fase avesse avviato dei contatti informali con un ex manager storico della famiglia Benetton, Gianni Mion, per provare a definire uno schema di lavoro. Tuttavia i rumor, allo stato, non avrebbero trovato conferma. Mion e Ravanelli, che si conoscono da tempo, in passato si sono incontrati per discutere del dossier Brebemi ma non avrebbero ampliato il discorso ad Autostrade. Almeno per il momento.

Di certo in casa Edizione si stanno chiedendo come uscire dall’impasse. Il dialogo con il governo in questi mesi, dopo il tragico evento del crollo del Ponte Morandi, si è fatto, se possibile, ancor più difficile e le divergenze appaiono quasi insanabili. Al punto che sembra profilarsi un confronto acceso. Con quali esiti è da vedere. La cassaforte di Ponzano Veneto, però, ha sviluppato i progetti di crescita, incluso il recente investimen­to in Cellnex, pensando di poter contare pienamente sul contributo di Atlantia, cosa che oggi non più così scontata. Naturale, dunque, che l’intera struttura sia sotto pressione. Intanto perché la holding non era preparata ad affrontare uno shock di tale portata. E poi perché ora va ripensata l’intera strategia che dovrà essere tarata su uno scenario in complessa evoluzione. È in questo clima, si racconta, che sono nate le recenti tensioni tra l’amministra­tore delegato di Edizione Marco Patuano, il ceo di Autogrill Gianmario Tondato e il ceo di Atlantia Giovanni Castellucc­i. La visione dei tre manager, tutti con una personalit­à molto forte, in questa fase “non sarebbe sintonizza­ta”. In particolar­e, il ceo della holding della famiglia Benetton ha una visione, spiega chi lo conosce bene, non sempre allineata a quella delle società operative. Un po’ perché arriva da una esperienza profession­ale e da un mondo completame­nte diverso da quello di Ponzano Veneto. Un po’ perché, in linea più generale, ha un approccio al business più finanziari­o che industrial­e e come spesso accade in strutture consolidat­e e fortemente votate all’impresa l’inseriment­o di nuove idee genera dibattito.

Allo stato, l’assetto al vertice resta confermato. Ma è altrettant­o vero che ad aprile i board di Edizione e Atlantia sono in scadenza e con esso i vertici delle due compagnie.

Ipotesi di impegno

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REUTERS

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