Bio-on, l’ecoplastica seduce Piazza affari
Dal 15 maggio il titolo ha messo a segno un +56%, meglio solo la Juventus
L’ecoplastica resiste anche alle tempeste di Borsa. E così Bio-On, società bolognese che ha brevettato una bioplastica derivata dagli scarti della lavorazione agricola 100% biodegradabile, si posiziona al vertice delle performance di Piazza affari da metà maggio - quando il contratto gialloverde ha spaventato i mercati - a questa parte. Da allora la società ha messo a segno un balzo del 56%, che si confronta con il -20% totalizzato dal listino milanese.
Tornando a Bio-on, se si va indietro il tenore non cambia. Dalla sua quotazione ad ottobre 2014 le azioni hanno guadagnato il 693 per cento. Oggi la società capitalizza circa un miliardo, valore extra large per una quotata all’Aim: numeri da record, se si pensa che il fatturato annuo del gruppo supera di poco i 15 milioni, che si giustificano in parte con le scommesse sulla crescita futura del gruppo derivanti dalla natura potenzialmente rivoluzionaria della tecnologia e in parte con le caratteristiche del business. L’azienda infatti non produce direttamente la bioplastica ma vende la licenza per farlo. Un aspetto quest’ultimo che spiega gli elevatissimi margini di guadagno dell’azienda che, su 15 milioni di ricavi ne fa 10 di Ebitda.
Dal punto di vista dello sviluppo tecnologico, l’ultima novità per l’azienda nata nel 2007 a Bologna dall'intuizione di Marco Astorri e Guy Cicognani, ancor oggi alla guida, risale a inizio settembre, quando ha annunciato la possibilità di utilizzare olio di frittura usato, per produrre Minerv PHAs, il biopolimero di Bio-on, naturale e biodegradabile al 100%. «Un prodotto di scarto, che va smaltito con costi, anche ambientali elevati, diventa per noi una “materia prima” con cui alimentare i batteri che producono bioplastica PHAs secondo un processo completamente naturale», aveva commentato a suo tempo Astorri.