Il Sole 24 Ore

Da Marebonus e Ferrobonus una spinta all’intermodal­ità

- —R.d.F.

Se l’Italia non brilla per snellezza della logistica, in tema di intermodal­ità il Paese ha dimostrato di essere all’avanguardi­a in Europa nel realizzare un sistema incentivan­te capace di spostare il traffico merci stradale su nave e su treno. Si tratta delle misure denominate Marebonus e Ferrobonus che, ideate nel 2016 e avviate nel 2017, hanno ricevuto un forte gradimento dagli operatori.

Per quanto riguarda Marebonus, che incentiva il carico dei camion su navi ro-ro (le cosiddette Autostrade del mare), pur avendo avuto il placet (sofferto) dell’Ue, il provvedime­nto resta un sorvegliat­o speciale di Bruxelles, che lo vede come un potenziale aiuto di Stato. Ennio Cascetta, amministra­tore unico di Ram, società in house del ministero delle Infrastrut­ture (con capitale del ministero dell’Economia), deputata allo sviluppo delle Autostrade del mare, ha spiegato (nel corso della convention Euromed di Atene) che «la burocrazia Ue» ha reso più complicata l’applicazio­ne del bonus, imponendo che l’incentivo «venga dato all’armatore che poi deve versarne il 70% al trasportat­ore», che quindi non riceve il contributo direttamen­te.

In ogni caso, Cascetta ha ricordato che per Marebonus sono attualment­e in corso finanziame­nti pari a 118 milioni (42 milioni nel 2017 e 76 nel 2018). E che «sulla base delle 51 proposte progettual­i ricevute dagli armatori, lo stanziamen­to Marebonus ha stimolato investimen­ti per nuovi servizi di Autostrade del mare e per l’upgrading di quelli esistenti di 538,1 milioni, su un orizzonte temporale triennale».

Inoltre, secondo una previsione prudenzial­e di Ram, «tenendo conto unicamente dei nuovi servizi di autostrade del mare attivati grazie a Marebonus, si potranno ottenere 104.800 metri lineari di stiva netta settimanal­e (+7,5% di offerta aggiuntiva rispetto a quella corrente) con 190mila veicoli pesanti sottratti annualment­e alla strada e quindi un risparmio di esternalit­à negative di 45,72 milioni l’anno». Ram, peraltro, si appresta a proporre a Bruxelles la versione europea di Marebonus, ossia il Med Atlantic Ecobonus.

Sul fronte Ferrobonus, l’ok della Ue è stato invece «convinto», spiega Giancarlo Laguzzi, presidente di Fercargo, l’associazio­ne che raggruppa le imprese ferroviari­e del trasporto merci (escluse quelle facenti capo a Fs). La misura si aggiunge allo sconto pedaggio entrato in vigore prima. «Nel triennio 20152017 – prosegue – cioè da quando ci sono lo sconto pedaggio (che vale il 10% del costo treno, ndr), e il Ferrobonus ( che supporta il passaggio dal tutto camion all’intermodal­ità ed è pari al 5% del costo treno, ndr), le misure hanno funzionato. Il settore, in generale, dopo 10 anni non positivi, è cresciuto come numero di treni del 10% mentre, nello stesso periodo, gli associati di Fercargo hanno segnato una crescita dei treni del 35%. Gli incentivi nascono da un’analisi del Governo che ha individuat­o, quanto a costo di un treno, un gap dell’Italia, per problemi di efficienza della rete di Rfi, rispetto agli altri Paesi dell’Europa, compreso tra il 35 e il 45%».

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Terminal. Le grandi navi creano picchi di lavoro più intensi in banchina (nella foto sopra il terminal container del porto di Trieste)
 ??  ?? Logistica. Nella foto a destra una nave ro-ro per merci rotabili
Logistica. Nella foto a destra una nave ro-ro per merci rotabili

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