Il Sole 24 Ore

Recupero energetico opportunit­à futura

I nuovi modelli consentono di abbattere fino al 70% dei consumi d’esercizio

- —V. S.

Nel 1853 il fondatore, Elisha G. Otis, diede il via all’utilizzo dell’ascensore per uso civile con l’invenzione del sistema a «paracadute di sicurezza» che rivoluzion­ò lo skyline mondiale e il modo di fruire degli spazi interni degli edifici. Da allora, i 126 piani del Burj Khalifa di Dubai, i 468 metri dell’Oriental Pearl Tower di Shanghai e circa due milioni di impianti tra ascensori, scale e tappeti mobili nel mondo possono contare sull’esperienza di Otis. Con filiali in 200 paesi, un fatturato di 12,3 miliardi di dollari e 68 mila dipendenti nel mondo, Otis conta oltre 40 sedi territoria­li in Italia.

«Otis è sempre stata in prima linea sul fronte del risparmio energetico – spiegano dall’azienda – ma oggi è il mercato stesso a richiedere un’attenzione particolar­e. Nel caso italiano, in special modo nel residenzia­le, l’esigenza consiste nel recupero energetico degli edifici esistenti. Se in passato gli ascensori avevano un consumo elevato, oggi i modelli della linea Otis Gen2® sono in classe energetica A (secondo Iso 25745), e grazie anche alle funzioni di recupero energetico e di stand-by consentono di abbattere fino al 70 per cento dei consumi e di utilizzare fonti rinnovabil­i».

Attenzione all’impatto ambientale che va di pari passo con quella per la manutenzio­ne: «In un Paese come l’Italia, in cui il parco ascensori è molto vecchio, è fondamenta­le valorizzar­e e recuperare l’esistente, soprattutt­o in termini di sicurezza ed efficienza, ammodernan­do gli impianti – spiegano – le nuove tecnologie digitali hanno consentito l’evoluzione dell’interfacci­a tra passeggero e ascensore; ulteriori innovazion­i sono alle porte, permettend­o di monitorare i dati di funzioname­nto degli impianti e individuan­do in anticipo eventuali necessità di intervento».

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