Condono, entra l’Iva Il tetto di 100mila euro vale per ogni imposta
Di Maio: una «manina» ha manipolato testo per il Colle Quirinale: mai ricevuto il Dl Oettinger: la manovra sarà bocciata. Il vicepremier: si morda la lingua tre volte
Nuovo botta-e-risposta fra Roma e Bruxelles sul bilancio 2019. Ieri il commissario Ue Oettinger ha dichiarato a «Der Spiegel» online che la Commissione rigetterà la manovra italiana. Salvo poi precisare, dopo dure repliche dall’Italia: «Mia opinione personale, ma dovremo chiedere correzioni». Il premier Conte, a Bruxelles per il Consiglio europeo: «Bocciatura se non cambiamo? Confido in dialogo costruttivo». Chiusura in calo per la Borsa di Milano (-1,33%). In salita lo spread BTp-Bund a 309 punti.
Intanto si delineano i contorni della pace fiscale: si estende all’Iva; e il tetto dei 100mila euro è per singola imposta e per singolo periodo d’imposta. Scudo penale per i contribuenti che aderiscono al condono; per chi non si avvarrà gli accertamenti sono prorogati. In serata Di Maio denuncia: manipolato il testo arrivato al Quirinale, ci sono scudo per i capitali all’estero e non punibilità per chi evade. Il Colle smentisce l’arrivo del Dl.
Il testo del decreto legge.
La pace fiscale con la dichiarazione integrativa speciale targata 5 Stelle e Lega apre le porte all’Iva. Varrà per ogni singola imposta nel limite di 100mila e di un terzo di quanto dichiarato. Garantirà un scudo penale anche sui reati di riciclaggio e autoriciclaggio. E per chi dichiarerà il falso si apriranno le porte del carcere (stessa norma applicata con la recente voluntary disclosure). È un condono a maglie sempre più larghe quello che sta prendendo forma con il decreto fiscale approvato lunedì in Consiglio dei ministri e circolato ancora in bozza per tutta la giornata di ieri. Bozza su cui si è riacceso lo scontro politico (si veda l’articolo a lato). Secondo l’articolo 9 di questa bozza (per pura coincidenza anche il condono tombale di Tremonti si posizionava all’articolo 9) con la dichiarazione integrativa si potranno ritoccare al rialzo anche le dichiarazioni Iva applicando l’aliquota media del contribuente o, se non si riuscisse a determinarla, l’aliquota ordinaria Iva del 22 per cento.
In questo modo il Governo si mette al riparo, o prova a farlo, da possibili contestazioni comunitarie come accadde in passato. Il contribuente Iva che vorrà aderire al nuovo condono si vedrà presentare un conto comunque più salato. All’aliquota sostitutiva del 20% da applicare al maggiore imponibile Irpef o Ires, addizionali, eventuali contributi previdenziali e altre imposte su beni all’estero o all’Irap, si dovrà sommare l’aliquota Iva. E nel caso di aliquota ordinaria il prelievo complessivo schizzerà al 42 per cento. Nel caso di un’aliquota media si andrà comunque, sempre sopra il 30% a titolo di imposta sostitutiva aggregata.
Dalla lettura dello stesso articolo 9 emerge, poi, che il tanto dibattuto tetto di 100mila euro, oltre a essere ben lontano dalle soglie di punibilità del penale (per l’infedele dichiarazione è 150mila euro), è per singola imposta e per singolo periodo d’imposta per i quali sono ancora aperti i termini dell’accertamento. Per tanto si tratta delle dichiarazioni relative agli anni dal 2013 al 2016 presentate entro il 31 ottobre 2017. Un particolare non di poco conto in quanto l’ammissione alla dichiarazione integrativa speciale sarà possibile solo se il contribuente obbligato alla presentazione delle dichiarazioni ha provveduto alla presentazione di tutte le rispettive denunce per gli anni d’imposta dal 2013 al 2016. Per il 2017, d’altronde, i termini sono ancora aperti. Il termine di invio dei modelli scade il prossimo 31 ottobre. Ma il Parlamento anche su questo potrà dire la sua, magari con un emendamento ad hoc una volta scaduti i termini.
Tornando alla bozza ancora oggetto di limatura e aggiustamenti, si avrà una sola finestra per aderire fino al 31 maggio 2019 secondo modalità e criteri che saranno fissati dalle Entrate. Mentre tra le esclusioni spiccano, per un certo verso, i soggetti che hanno omesso i versamenti. La ratio che fino ad oggi accompagnava la scelta di introdurre una pace fiscale era sempre stata quella di andare incontro a chi si era dichiarato al Fisco ma non aveva, «per necessità», potuto saldare i debiti con l’amministrazione finanziaria. Se questo vale per la rottamazione, per la dichiarazione integrativa la strada è preclusa. Tra gli esclusi anche i soci e chi presenta l’adesione al condono dopo che ha subito accessi, ispezioni, verifiche e inviti o ricevuto i questionari per l’avvio dell’accertamento o di un procedimento penale.
Per accedere alla sanatoria bisognerà aver presentato le dichiarazioni precedenti per cui si era obbligati