I giapponesi di IHI ancora interessati al salvataggio di Astaldi
I vertici del gruppo al Sole: dialogo aperto, disponibili a valutare tutte le proposte Rbs cerca di vendere i crediti verso la compagnia a sconto dell’80% sul nominale
«I colloqui tra noi e Astaldi non sono affatto interrotti, ma continuano». Lo rivelano il chairman del colosso giapponese IHI, Tamotsu Saito, e il direttore di IHI Infrastructure Systems, Koichi Tokuda, ieri a Napoli per l’assemblea annuale dell’Italy-Japan Business Group (IJBG). «Del resto – aggiunge Saito con un sorriso - Astaldi è tuttora un nostro partner in una jv in Romania: è naturale continuare a discutere…». In campo, come è noto, per salvare il gruppo di costruzioni c’è anche Salini Impregilo. Fonti vicine alla società hanno fatto sapere che «è interessata ma un’eventuale intesa deve arrivare in tempi brevi». La situazione, d’altra parte, è critica. Ieri Bloomberg scriveva che Rbs sta cercando di vendere da tempo, ma non c’è ancora riuscita, i crediti che vanta verso Astaldi con uno sconto dell’80% rispetto al valore nominale. L’esposizione vale 36 milioni di euro, ed è parte di una linea revolving da 500. Quanto a IHI, non è un caso che Saito sia diventato il presidente di parte giapponese dell’IJBG alcuni mesi fa – avvicendando il chairman di Mitsui Bussan, Masami Iijima -, in coincidenza con l’accordo per un investimento diretto nel gruppo italiano, che prevedeva l’acquisto del 18% del capitale e un tempestivo ingresso nel board della società. Una intesa superata dagli avvenimenti che - complici le difficoltà della Turchia - hanno fatto precipitare la crisi del gruppo italiano, finito questa settimana in concordato in continuità aziendale: una soluzione che lascia (sulla carta) qualche mese di tempo per possibili sviluppi di vario tipo. Alla domanda se abbia incontrato e se incontrerà di nuovo Paolo Astaldi, Saito indica Tokuda, che conferma di essere l’interlocutore ma non si sbilancia: «Sì, certo l’ho incontrato. Non posso dire nulla. I colloqui sono riservati. Replica identica, con appello al «quinto emendamento», alla domanda più specifica se IHI sia ancora interessata a una rilevante partecipazione azionaria e all’ingresso in cda, ma con sfumature che sembrano indicare un orientamento positivo. Tokuda, anche nel suo intervento in un panel all’assemblea, ha ribadito che il gruppo intende espandere la sua presenza internazionale nel quadro di una crescita nel comparto infrastrutture; un settore che, rispetto ad altri rami aziendali, è relativamente sottodimensionato e presenta opportunità di sviluppo. Oltre al ponte sul Bosforo, in una slide Tokuda ha presentato il ponte nella zona di Braila, in Romania, che dovrebbe essere completato nel 2022 e diventare il terzo più lungo ponte sospeso nella Ue: in testa all’immagine compariva il nome Astaldi, come esempio positivo di partnership italo-giapponese in un Paese terzo. Niente, insomma, fa pensare che i giapponesi si siano irritati per gli intoppi. Al contrario, manifestano un evidente interesse a restare in partita. Di sicuro sono disponibili ad ascoltare e valutare proposte. Il presidente Saito allarga poi il discorso alla situazione dei mercati e dell’Italia, per indicare che i giapponesi non si allarmano troppo per la volatilità: «Tutti noi preferiamo un contesto di stabilità e speriamo che prevalga».
NAPOLI