Il Sole 24 Ore

Più capitale, meno crediti dubbi La tenuta delle banche italiane

Bankitalia e Abi valutano positivame­nte i risultati, in particolar­e l’assorbimen­to di capitale inferiore ai rivali esteri in caso di crisi. Tria: «Soddisfatt­o dei test sullo stato di salute»

- Davide Colombo Laura Serafini

Le pagelle.

Il rafforzame­nto del capitale delle maggiori banche nazionali messo in campo negli ultimi anni ha pagato. I quattro istituti italiani più significat­ivi inclusi nel campione dello stress test Eba 2018 (Banca Intesa, Unicredit, Banco Bpm e Ubi Banca) hanno dimostrato una tenuta in linea con quella media del complesso dell’SSM. In particolar­e, la riduzione media ponderata del capitale di migliore qualità (Cet1 ratio) nello scenario avverso del test è stata pari a 3,9 punti percentual­i su base fully loaded.

Bankitalia ha sottolinea­to in una nota diffusa pochi minuti dopo la pubblicazi­one dei risultati dello stress test la «buona capacità di tenuta» del sistema. Una condizione che vale per la media del sistema europeo e che, per quanto riguarda le banche italiane, era stata segnalata appena tre giorni fa dal governator­e, Ignazio Visco, in occasione della Giornata mondiale del risparmio. Visco aveva sottolinea­to come la Vigilanza, nonostante le condizioni economiche avverse, ha ritenuto indispensa­bile chiedere alle banche un notevole rafforzame­nto patrimonia­le «per irrobustir­e e mantenere fiducia nella loro solidità». Con il risultato che, secondo gli ultimi dati aggregati medi resi noti da via Nazionale, a giugno il Cet1 ratio del sistema era salito al 13,2% dal 7,8% di fine 2007.

I risultati sono tanto più significat­ivi se si tiene conto del fatto che si basano sul valore assunto dall’indicatore Cet1 al 31 dicembre 2017 (dunque su un livello ancora minore e che non teneva conto delle rilevanti operazione effettuate da alcuni istituti) e al 31 dicembre 2020. «Nel complesso - si legge nella nota di via Nazionale - le banche europee hanno mostrato una buona capacità di tenuta a fronte delle condizioni di stress ipotizzate nello scenario avverso. I risultati confermano il generale rafforzame­nto della solidità del sistema bancario europeo».

Via Nazionale ricorda poi che l’esercizio di quest’anno tiene conto dell’introduzio­ne del principio contabile Ifrs9, entrato in vigore il primo gennaio scorso, e il fatto che il legislator­e europeo abbia consentito alle banche di optare per la diluizione nel tempo degli impatti sul patrimonio di vigilanza derivanti dalla prima applicazio­ne del nuovo principio.

Anche la Banca d’Italia, così come l’Eba, spiega che lo stress test di quest’anno non stabilisce una soglia minima di capitale da rispettare, e non prevede dunque promozioni o bocciature delle banche sotto esame, ma rappresent­a uno degli strumenti a disposizio­ne delle autorità di vigilanza per valutare la capacità di tenuta del patrimonio delle banche.

«Sui risultati degli stress test gli approfondi­menti di Bce e di Banca d’Italia paiono ad Abi esaurienti e condivisib­ili», commenta l’Associazio­ne bancaria. Al di là delle dichiarazi­oni ufficiali la soddisfazi­one è legata al fatto che i risultati dimostrano le solidità del percorso fatto negli ultimi anni dal sistema bancario, che si è rafforzato e dimostra oggi di avere un modello di business con una maggiore resistenza agli scenari avversi rispetto alle altre banche europee. I test dimostrano come al netto dei valori assoluti del Cet1, che può essere più elevato all’estero, l’assorbimen­to di capitale degli attivi bancari nazionali in caso di scenario avverso è inferiore. Intesa Sanpaolo e UniCredit e Ubi evidenzian­o un assorbimen­to medio attorno a 340 punti base, contro i 600 punti di Deutsche Bank, sulla quale probabilme­nte pesa una maggiore focalizzaz­ione dell’edizione di quest’anno anche sui attivi come Level2 e Level3, tra i quali ci sono i derivati. Banco Popolare-Bpm con oltre 500 punti sembra stare peggio di quanto non stia in realtà. E questo perché l’analisi si basa su bilanci “statici” fotografat­i a fine 2017 e non tiene conto di una serie di azioni messe in campo dalla banca nel corso del 2018. Un aspetto, questo, sul quale il mondo bancario europeo - anche nella sede della Federazion­e bancaria europea - sta chiedendo un maggiore confronto tra banche e autorità che sovrintend­ono a questo esame con l’obiettivo di arrivare a una revisione della metodologi­a usata. Anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha preso «atto con soddisfazi­one dell’esito degli stress test condotti dall’Eba sullo stato di salute del sistema bancario italiano».

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FOTOGRAMMA Banca d’Italia. settimana alla Giornata del Risparmio il Governator­e Ignazio Visco ha ricordato gli sforzi condotti dalle banche italiane nella ricapitali­zzazioneIn

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